Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

30.3.10

io non so se me la cavo

Ehi amici ciao... ben trovati! Vi ricordate di me per caso?
L’anno scorso, è solo grazie a voi se mi sono salvato le cotenne.
A mio fratello invece è andata male.
Guardate  la sua foto qui sotto, scattata giusto la vigilia di pasqua.
Quest’anno, però, non credo proprio che me la cavo di nuovo,
per cui vi auguro Buone Feste in anticipo.
                                                                           Agnus



   dE cHIRIcO
  abbAccHIO mACEllAT0


.
                                                                                     

29.3.10

Primavera - starò ad ammirarti

                                                                            Spezzarti per portarti via
                                                                   sarebbe troppo doloroso
                                                                      fiore di ciliegio;
                                             ma piuttosto
                                     sotto i tuoi petali rosa
                                       starò ad ammirarti
                                                               fino al tuo appassire.

                                                                                                Issa Kobayashi

(image by Mapte)

NON CI FAREMO INTIMIDIRE

Dai nostri nemici ci siamo sempre difesi bene


André Durand
 Roma Campo dei Fiori - Giordano Bruno burning

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28.3.10

SORDO E' SOLO CHI NON VUOLE INTENDERE

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http://www.youtube.com/watch?v=LN5fHPYANU8
Beethoven - Inno Alla Gioia, 9^ Sinfonia
da emanuelehomer2 (mca ringrazia)

***
Noi, esseri limitati dallo spirito illimitato, siamo nati soltanto per la gioia e la sofferenza. E si potrebbe quasi dire che i più eminenti afferrano la gioia attraverso la sofferenza. (Beethoven)
 
Ludwig van Beethoven (Bonn 16 dicembre 1770 - Vienna 26 marzo 1827), compositore tedesco, crebbe in un ambiente familiare tanto stimolante quanto difficile: la precocità del giovane, infatti, dovette sempre sottostare alla capricciosa, a volte violenta, autorità paterna.

Andy Warhol


 Ultimo grande rappresentante del classicismo viennese (dopo Gluck, Haydn e Mozart), la sua opera si estende cronologicamente dal periodo classico agli inizi del romanticismo. Fu Beethoven a prepare l'evoluzione verso il romanticismo musicale ed influenzare tutta la musica occidentale per larga parte del XIX secolo.

Egli è molto avanti al primo dei musicisti.
È la forza più eroica dell'arte moderna..
(Romain Rolland)



.
    Personalità inclassificabile: secondo Haydn dava l'impressione di essere un uomo con molte teste, molti cuori, molte anime, la sua arte si espresse in tutti i generi, e benché la musica sinfonica sia stata la fonte principale della sua popolarità universale, è nelle opere per pianoforte e nella musica da camera che la sua influenza fu maggiormente considerevole.
   Verso l'anno 1806 il compositore in gran segreto iniziava a prendere coscienza di una sordità che doveva irrimediabilmente progredire fino a diventare totale prima del 1820.
La causa della sordità di Beethoven è rimasta sconosciuta. Le ipotesi di una labirintite cronica, di una otospongiosi e della malattia di Paget ossea sono state ampiamente discusse ma nessuna è stata mai confermata.  Costretto all'isolamento per timore di dover rivelare in pubblico questa terribile verità, Beethoven si fece una triste reputazione di misantropo, della quale soffrì in silenzio fino al termine della sua vita. Cosciente dell'infermità che gli avrebbe impedito la carriera di pianista, dopo aver anche, per un momento, pensato al suicidio, si dedicò anima e corpo alla composizione.
   Superando attraverso una ferrea volontà le prove di una vita segnata da questo dramma , con la sua musica ha celebrato il trionfo dell'eroismo, della fratellanza tra i popoli e della gioia, nonostante il destino gli avesse riservato l'isolamento e la miseria. Dedicando la creazione musicale all'azione dell'uomo libero e indipendente, la sua musica è l'espressione di una fede inalterabile nell'uomo e di un ottimismo della volontà.

   O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo o che mi fate passare per tale, come siete ingiusti con me! Non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un'apparenza;  pensate solo che da sei anni sono colpito da un male inguaribile, che medici incompetenti hanno peggiorato. Deluso anno dopo anno nella speranza di un miglioramento, ho dovuto presto isolarmi e vivere solitario e lontano dal mondo. Se leggete questo un giorno, allora pensate che non siete stati giusti con me, e che l'infelice si consola trovando qualcuno che gli somiglia e che, nonostante tutti gli ostacoli della natura, ha fatto di tutto per essere ammesso nel novero degli artisti e degli uomini di valore. (Beethoven, 6 ottobre 1802)

   Dal tubare della colomba allo scrosciare della tempesta, dall'impiego sottile dei sagaci artifici al tremendo limite in cui la cultura si perde nel tumultuante caos della natura, egli ovunque è passato, tutto ha sentito. Chi verrà dopo di lui non continuerà, dovrà ricominciare, perché questo precursore ha condotto l'opera sua fino agli estremi confini dell'arte. (Franz Grillparzer)





Fregio di Beethoven

Klimt
   Il Fregio, lungo 24 metri su tre pareti, dipinto a tempera direttamente sull' intonaco con inserimento di pietre dure e madreperla, fu eseguito in occasione della XIX mostra della Secessione a Vienna, dedicata alla grande scultura in marmo policromo di Max Klinger raffigurante l'apoteosi di Beethoven. L'intera manifestazione è concepita come celebrazione del grande compositore, intorno al quale in quegli anni viene a formarsi un vero e proprio culto, alimentato soprattutto dalla venerazione dei musicisti Franz Liszt e Richard Wagner. Nello stesso periodo in Francia Bourdelle crea la grande maschera di Beethoven e Romain Rolland scrive La vita di Beethoven. Klimt e i suoi compagni secessionisti vedono in questa figura l'incarnazione del genio nella sua opera d'esaltazione dell'amore e dell'abnegazione che possono redimere l'uomo.

La statua di Klinger conferisce al compositore la statura dell'eroe: nudo, il pugno serrato, lo sguardo sollevato, Beethoven rappresenta in pieno - come martire e salvatore dell'umanità - gli intenti dei secessionisti.

Josef Hoffmann progetta l'allestimento interno della mostra, impiegando cemento grezzo per rendere lo spazio più neutrale possibile. Questo spazio è destinato ad accogliere una sperimentazione quasi sinestetica in cui anche la musica è pienamente coinvolta. In occasione dell'inaugurazione viene infatti eseguito l'Inno alla Gioia diretto da Gustav Mahler, e il tema del Fregio klimtiano è una interpretazione della Nona Sinfonia di Beethoven.
Nel Fregio di Beethoven, con affascinante eclettismo, Klimt fonde suggestioni diverse: dalla pittura vascolare greca e dalla pittura egiziana ricava la concezione della parete come fascia dove si allineano in sequenza figure ed eventi; dalle stampe giapponesi di Hokusai e Utamaro deriva il segno incisivo; la scultura africana, che a quel tempo aveva iniziato a collezionare, gli suggerisce le orride maschere che abitano il regno del male.

Nella letteratura klimtiana si sono evidenziate la concordanza tra il contenuto del Fregio e l'interpretazione wagneriana della Nona Sinfonia, e la sintonia con la teoria di Nietzsche del genio e delle sue sofferenze. Un suggeritore potrebbe essere stato lo stesso Mahler, di cui Klimt fu buon amico, e i cui lineamenti sembrano aver ispirato i tratti del Cavaliere, il protagonista maschile del Fregio. Del resto dal 1910 Klimt contribuisce a una pubblicazione in onore del musicista, edita a Monaco, inviando per la riproduzione proprio questa figura. A rafforzare la tesi wagneriana resta il fatto che in seguito Klimt abbia intitolato l'ultimo pannello del fregio con una citazione biblica, "Il mio regno non è di questo mondo", che ricorre proprio nel saggio di Wagner su Beethoven del 1846, a sottolineare la funzione liberatrice della musica in opposizione alla corruzione del mondo terreno.

Il Fregio contiene un ulteriore livello simbolico, perché Klimt vi interpreta la contrapposizione atemporale tra bene e male, e l'aspirazione al riscatto ideale attraverso l'arte, dal punto di vista del rapporto uomo-donna: nell'opera il momento della liberazione è identificato con il raggiungimento dell'estasi amorosa, e il regno ideale con l'abbraccio di una donna.

L'opera pittorica non è pensata per durare oltre la manifestazione, quindi Klimt dipinge direttamente sulla parete con materiali facilmente asportabili. Ciononostante essa si è fortunatamente conservata e dopo un lungo periodo in cui non è stata accessibile, nel 1986 fu nuovamente presentata al pubblico. Forse è il dipinto meno noto dell'artista e per questo circondato da un'aura quasi mitica.

fonti
- Ludwig van Beethoven,
da Angela Molteni
Kaos Edizioni, Milano 1998]
-gustavklimt.cjb.net
-Wikipedia

27.3.10

STANOTTE SI PERDE UN'ORA


"...Son placide le ore che noi perdiamo,
se nel perderle, come in un vaso, mettiamo fiori." 


F. Pessoa

23.3.10

PANE E ACQUA

Manrico Marinozzi
Pane e acqua
(olio su tela)
.
.

MANGIA TUTTO!





  
 La cittadina di Montecchio Maggiore si trova nella pianura veneta, in una zona delimitata a ovest dai Monti Lessini e a sud-est dai Colli Berici. Il paese vanta nel suo territorio la presenza di beni architettonici di notevole interesse: la Villa Cordellina-Lombardi, costruita nel 1735 in stile palladiano e arricchita dagli affreschi di Gian Battista Tiepolo e da sculture della bottega padovana dei Bonazza; i Castelli di Giulietta e Romeo, di epoca scaligera, sorti su fortificazioni preesistenti probabilmente di età romana; altri numerosi luoghi di interesse architettonico dislocati nel territorio comunale. Numerosi e di buon livello sono gli alberghi che offrono la possibilità di soggiornare sia nelle zone centrali del paese sia a ridosso delle principali vie di comunicazione. Molte sono le manifestazioni paesane che si svolgono durante l'anno.

A Montecchio Maggiore ospitalità in hotel, agriturismo, bed&breakfast, camping, casa vacanze, affittacamere, residence, villaggi turistici e case per ferie.
/
Che paradiso.
Sì però....leggiamoci anche questa:
/
Corriere del Veneto
Ultime notizie da Montecchio M.
Pugno di ferro a scuola: 
i genitori non pagano la mensa?
Nove bambini a pane e acqua!


21.3.10

Ciò che donna dice...

Solo con te farei l'amore,
dice la donna mia,
solo con te,
mi volesse anche Giove.
Dice.
Ma ciò che donna dice
ad un amante impazzito
devi scriverlo nel vento
o sull'acqua che scorre..

Catullo
(trad.libera mca)
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Albert Bierstadt
Bridal Veil Falls - Yosemite

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20.3.10

The Strange Surprising Adventures of Aldo Busi

Che sia maledetta quest’isola! (Robinson Crusoe)

Torni presto, Signor Busi, non ha bisogno di compagni di viaggio, traghettatori, elicotteri, navi o aerei, ce la può fare con la sola forza del suo cervello, su una barchetta e anche remando controcorrente, come ha sempre fatto.
L’Uomo è solo! (anche la Donna naturalmente, poveraccia, sola più che mai.)
Sull’isola persino Kreutznaer, trecento anni prima di lei, a stento ci potè trovare un pappagallo parlante.
Gli mancava comunque un Venerdì, finché non lo trovò fra i primitivi: un selvaggio che, di primo acchito, s'interessò alla sua natura commestibile, ma poi da lui apprese a leggere, emozionarsi e adoperare dovutamente tutte le facoltà intellettuali (sembrerebbe piuttosto inverosimile oggi, ma allora  si era nel 1700 e per di più in un romanzo di pura fantasia).

No, lei lo sapeva a che cosa andava incontro, firmando con la RAI un contratto di quel genere, così come lo sapevano i tartufi che glielo hanno fatto firmare e che oggi si fingono sdegnati contro di lei.  Lo intuivamo persino noi, esultando e rammaricandoci contemporaneamente della sua presenza laggiù: era un gioco a carte scoperte, solo gli sprovveduti potevano cascarci. Lei era la vittima predestinata, non più il signor Busi ma il signor Malaussène in persona, capro espiatorio scelto appositamente per tentare di far riemergere dallo stato comatoso la mass addormentata sui divani a cinque posti.
L’isola è stata per un po’il suo eremo, Busi, il suo monte Athos, il suo Getzemani ( se vogliamo esagerare un pochino…) 
I microbi (per dirla alla W.A.) non vedevano l’ora di farla fuori. 
Per variare la noia che intorpidisce le menti, la voglia di scandalo è la prima a candidarsi.
Peccato, visto che ormai c’era, non essere riuscito a tener duro più a lungo.
Non glielo hanno permesso signor Busi: non vedevano l’ora di celebrare l'ennesimo linciaggio mediatico che, mancando guerre, carestie e pestilenze sottocasa, è diventato un rito molesto di frequenza ormai esasperante.
Lei lo sapeva, sì lo sapeva, e si è immolato volontariamente; di proposito si è prestato al gioco infame,  valutando con malizia che avrebbe potuto ottenere, dalle conseguenze derivanti, più vantaggi che danno..



W.H. Hunt - The Scapegoat
 Chapeau, monsieur Busi, in questa circostanza lei rappresenta tutta la nostra voglia di vengeance, rimasta a lungo frustrata, nei confronti di un brutto modo di fare spettacolo. Che scossa ci ha procurato subire la visione della Disavventura che dalle sue zoccolose alture contritamente si dichiarava dissenziente, (pensi un po’ alla nostra indignazione nel caso remoto non lo fosse stata - dissenziente-).

E quell’altra amoreeevole nostra signora del rifacimento che, visto fallire il tentativo di imbonirla con blandizie e artifici, denunciava la propria reale natura suggerendole sguaiatamente  un “tornateneee a caaasa” col tono a metà fra padrona di convitto per escort nell’atto di licenziare la servitù sorpresa in flagranza di reato e venditrice ambulante del mercato ittico.
Ci ha ricordato tanto i famosi "vadi vadi" dei parrucchieri milanesi nel suo Seminario.
Ma poi c'è stato di che godere quando lei, Maestro, ha inflitto scacco alla regina redarguendola per la troppa disinvoltura  nell’uso arbitrario del tu! Le signore del piccolo schermo sono abituate a dare del tu a tutti, innanzi tutto perché è di più facile coniugazione ma anche perchè così pensano di poter dare l'impressione di avere un bel portafoglio di amicizie strette.
Se l'eccessiva vanità femminile porta a sottovalutare il proprio avversario: è stato un gioco da bambini per lei, Busi, una volta individuato il punto debole delle sue antagoniste, tenersi pronte le munizioni per la controffensiva ...complimenti per la fulmineità con cui ha sbaragliato quelle preziose ridicole, farisee, che di più falso non c’è nemmeno la loro sgargiante bigiotteria.
Hah ha ha. Torni, torni, che tanto con quattro remate è a casa. In tanti siamo dalla sua parte, stia sicuro, il problema è che solo in pochi abbiamo il coraggio di ammetterlo!
Via lei, possiamo finalmente tornare a dimenticare spenti i nostri televisori o far conto che Rai2 nemmeno esista.
In attesa di rivederla, c'è sempre l'allevamento di galline al km2 di cui occuparci.

Ci raccomandiamo però di una cosa con lei – un piccolissimo sforzo per evitare di privarci inutilmente della sua presenza- sia più ermetico d'ora in avanti: il potere censura solo le battute che riesce a capire.
.
.

15.3.10

CAMPO DI FIORI

emil nolde

** 
 
(TUTTI I DIRITTI RISERVATI)
Tante volte mi hai detto
- aiutami -
e io non ti ho ascoltato.
Stavo a guardare
immobile
la tua fatica e la mia leggerezza
incontrarsi
nel bel campo di fiori
spontanei
in cui tu volevi passare l’aratro.
*
***
mca

 

12.3.10

BIG BIGELOW


Adesso che la regina dei cineasti è assurta al firmamento hollywoodiano, tutti hanno cominciato a parlare di lei: venerata come “Lady Oscar”.
Emmenomale!
Ma in quanti conoscono i suoi film? Quanti hanno visto The Hurt Locker quando è passato silenziosamente dai nostri circuiti nel 2008 senza sollevare la minima attenzione da parte di critica e mass media?
Così va il bel mondo. Resta invisibile chi non fa scempio di sè e del buon gusto, non crea scandali, non commette scelleratezze.
Prima dell'oscar si sapeva di lei che era la ex-moglie del grande James Cameron. Riconosciuta e rispettata come tante donne, solo in virtù dell’uomo più o meno potente a cui si accompagna.
Revenge! Una volta sbarazzatasi della palla al piede, la sinapsica Bigelow ne ha data di polvere da mangiare all’ex marito, siglando bellissimi film intanto che lui impiegava quindici anni a ideare e realizzare il suo capolavoro Avatar, il quale però deve accontentarsi di un prosaico premio “Cassetta."
Chissà come starà rosicando lo Sterminatore-Titanico mentre è intento a contare i bigliettoni verdi.
La vittoria assoluta della Bigelow è comunque di essere riuscita ad emergere in questo mondo di desolante maschilismo.
Di già, per recuperare il vantaggio perso, si è cominciato ad insinuare di lei che sia “una regista donna che fa film da uomini”.
Ancora nel 2010 dobbiamo sentir fare queste distinzioni sessiste!
Quando non si sa dire chiaro che ci sono film che spaccano e lasciano dentro il segno e altri che lasciano solo i nostri soldi al botteghino.


L’intelligenza, lei almeno, non fa distinzioni fra genere maschile e femminile.
Si distribuisce fra tutti con magnanima imparzialità. Eserciti di maschi imbecilli e femmine sceme hanno raggiunto le loro dimensioni elefantiache mantenendo le più eque proporzioni.
E a questo punto nessuno speri che mi trattenga a parlare dei film della Bigelow, impossibili da raccontare.
Non resta che vederseli: FIGHT OR FLIGHT come si dice, adrenalina pura... droga e condanna del terzo millennio.
/

10.3.10


Robinson Crusoe mass-mediatico (peccato), ma innanzi tutto scrittore prolifico, traduttore poliglotta, intrattenitore carismatico e spregiudicato, in eterno conflitto fra sacro e profano.
Lo si ama se non lo si odia.
Non si può comunque non rimanere affascinati dalla vastità del suo sapere e ammirati dalla sua indipendenza di giudizio, dal suo umorismo caustico e teatrale.
Indisciplinato, anticlassista e ostile ad ogni forma di perbenismo ipocrita, coerente fino all'autodistruttività, svetta intellettualmente su qualsiasi interlocutore. Impossibile prenderlo in contropiede.
Unico difetto: una patologica immodestia.
Ma del resto, come disse nientemeno che Goethe, - solo i poveracci sono modesti.-
Signori, ecco a noi Aldo Busi.
/

***
Eccomi qui a Milano, di nuovo, in cerca di un po’ di fortuna come tanti altri sventati come me. Come se non mi fosse bastata la lezione precedente. Ma sarà per poco: se devo fare i pidocchi, tanto vale che siano pidocchi parigini.
Lavoro all’esclusivissimo Bar Pinguino di via Verri, faccio il barista, o meglio, vado in giro per i negozi e gli istituti di bellezza reggendo in mezzo al traffico vassoi sormontati da gelati con l’ombrellino di carta e martini con dentro la ciliegia candita.
Ho trovato un alloggio proprio a due passi, in via Bigli, in una soffitta, traballante proprietà di un sarto; una branda c’era già, e, un po’ qui e un po’ là, sono riuscito a mettere assieme un letto. Centinaia di scarafaggi in giro
- non aspettano nemmeno il buio - non li schiaccio neppure. Sono talmente numerosi che si schiacciano l’un l’altro, immagino. Adesso ce n’è uno che fa capolino da questo foglio, chissà cosa sta cercando di dirmi.
Ho le gambe che non mi reggono a forza di fare scale e chilometri su e giù per via Montenapoleone. Proibito usare gli ascensori! Questi gioiellieri e questi bancari e questi parrucchieri di merda. Mettilo lì, mi dicono sempre indicando spazientiti un qualche ripiano, dandomi del tu, facendomi sentire al livello di una cicca di sigaretta che non schiacciano con il tacco solo perché è troppo alta per le loro gambe. E l’italiano affettato e sgrammaticato di questi arricchiti! "Vadi qui, vadi là signora contessa, colpo di soleeee signora contessaaaa?" dice quello stronzo di un Bergottini che, tutte le volte che appoggio un bicchiere sulla mensola dei bigodini, mi fa addirittura "sciò", non solo con la mano, ma ad alta voce. In effetti credo di stare sui coglioni a tutti questi arricchiti, per le mie maniere disinvolte e molto gentili da povero
grandioso. Non dico mai nulla, ma quando mi pungono, trovo sempre il pretesto per lasciarmi dietro una frase, il cui costrutto e le cui sfumature sono di così vasta portata, che loro devono sentirsi presi in giro dalla proprietà del mio parco linguaggio. E loro rispondono con la violenza e lo scherno di classe, ma si sente che già da prima hanno in qualche modo gettato la spugna e che, se potessero, mi prenderebbero a calci. Non faccio in tempo a richiudermi la porta alle spalle che sento sempre strisciarmi dietro:
“ ….ertinenteee!"
Per fortuna non sono tutti così, altrimenti, a forza di reclami, avrei già perso il posto; – però non ci sono state lamentele vere e proprie. Neppure i due fratelli doppiopetto qui, che gestiscono il bar con il padre giacca-e-cravatta, sanno a che specchi attaccarsi: c’è un malcontento vago nei miei confronti che viene dal di fuori, però so dal mio collega che, da quando lavoro io in strada, come dice lui, ho raddoppiato i servizi e quindi le entrate, e i due fratelli dicono sempre: "ma lei cosa ci fa ai clienti?" E si sa subito quello che intendono dire... Siccome io non faccio niente di speciale, oltre al fatto di convogliare occultamente in quelle teste di segatura coi lustrini la nozione che anche un cameriere, contrariamente a tutte le credenze, è un maratoneta pensante, faccio spallucce e dico: "Non capisco "e loro non osano andare avanti perché io mi sono già slanciato fuori con un altro vassoio.
Quando non ci sono servizi esterni resto dietro al banco o servo nella saletta. Talvolta devo combattere contro paia di occhi grinzosi che mi fissano sfacciatamente e non mi lasciano lavorare in tranquillità. Te li senti addosso come anguille viscide a contatto con la pelle. Non c’è la minima discrezione nella gente abituata solo a ordinare - ti fissa come a voler impossessarsi della tua vista, ti succhia: succhia i riccioli foltissimi, gli occhi piccoli e profondi, la bocca carnosa, il colorito della pelle. Specialmente se è gente anziana. C’è una gran dama che viene accompagnata da un adolescente in kepi e livrea e mi contempla e sorseggia la sua spremuta di pompelmo e gin riuscendo a trasformare i cinque minuti di rito in cinque giorni. E’ una stangona di una,
leggermente curvata in avanti, capelli stretti stretti sulla nuca, un seno enorme, che porta sempre vestiti sgargianti – fiorami, anatre, aeroplani.
E altri occhi a capocchia di spillo, che sembrano emettere umidità, che devono per forza sfumare la mia immagine dopo un po’ che l’hanno covata con insistenza. E lasciano tutti mance spropositate – praticamente un’altra paga. Meglio ancora se hai l’accortezza di chiamarli con un titolo, vero o fasullo che sia, è tutto un carosello di" Dottore! " e "Professore!" e "Avvocato!" da mattina a sera. Avranno anche i soldi, ma che vita deprimente devono fare se in fondo basta una ruffianaggine da cameriere per farli sentire importanti.
Eugenio Montale, che per la prima volta ho incontrato dal panettiere, mi ha fatto divertire un paio di sere fa: voglio dire che senza di lui non avrei toccato con mano la differenza, sempre così squisitamente letteraria, per un cameriere, fra essere tale e non essere niente. Bé siccome il senatore a vita è uno che, proprio perché continua a inciampare e arrestarsi, non smetterebbe mai di andare in giro, di punto in bianco, appena fuori dal panettiere, attacca discorso e dice che gli piacerebbe molto fare delle passeggiate con me, se sono disponibile. Devo dire che questo stravecchio vecchio a spasso mi è stato simpatico alla prima occhiata: sembra un pachiderma alcolizzato del tutto incapace di fare sia il male che il bene – una forma fisiologica gelatinosa compattata dal fatto di aver prodotto la poesia giusta al momento giusto e di essersela poi saputa amministrare per tutti gli altri decenni a venire. Bene, allora stabiliamo per domani alle tre, visto che dalle tre alle cinque ho libera uscita. E così andiamo avanti per una settimana, lui abbrancato al mio braccio; mi piace molto l’onestà con cui manifesta apertamente la sua dipendenza fisica; quando è riuscito a far spegnere anche il terzo cerino, la sigaretta gliela accendo io, e lui sempre con quei sorrisi da neonato estasiato, un po’ da allocco a dire la verità. Mai pagato un caffè. Comunque non è certo come tutti quelli che operano qui in giro, a lui del cameriere non interessa niente; anzi, mi ha consigliato un libro di Thomas Mann, il Felix Krull che mi ha divertito molto. Questo una settimana fa. Comunque gli telefono tutti i giorni, la sua governante risponde al telefono e lui sembra che abbia preso la rincorsa e dice tutto d’un fiato ma quasi cantando: come stai? Come se fosse un brano d’opera, gridandolo. Due giorni fa dunque mi dice se potevo accompagnarlo tardi in un posto, verso le nove, lì vicino, alla libreria Mondadori; dice: “Visto che ti piace leggere, ti faccio conoscere un po’ di scrittori” e via che si va.***
(Aldo Busi - Seminario sulla Gioventù - 1984)

/

7.3.10

NON PIU' DONNE GENTILI...



......Crying girl - Roy Lichtenstein
/
Non più donne gentili,
non più sospiri e pianti,
gli uomini furon sempre
bugiardi ed incostanti:
un piede sulla sponda
e l'altro in mezzo all'onda…
Donne, di tanto lutto
non c'è ragione alcuna;
fu così senza scampo
da che splende la luna;
da che l'estate ha foglie
serpi la terra accoglie…
/
W. Shakespeare
(Molto strepito per nulla)

/

6.3.10

INDISCIPLINE

Navigando qua e là per lo gran mare vid’io una cosa che non m'aspettava:
/
“La Riforma Gelmini approvata qualche settimana fa dal Governo ha fortemente penalizzato la scuola italiana, soprattutto nell’ambito tecnico e professionale, andando a ridimensionare, accorpare o addirittura a cancellare intere discipline.In questa politica di tagli, troppo spesso sconsiderati, è stata fortemente penalizzata anche la STORIA DELL’ARTE, quando invece gli organi istituzionali dell’UE ne hanno ormai riconosciuto la valenza formativa sul piano legislativo.Con i nuovi quadri orari è stato purtroppo confermato quanto previsto nelle precedenti bozze: la decurtazione radicale della materia negli Istituti Professionali Turistici e negli Istituti Tecnici Grafici.Sembra incredibile ma tale disciplina è stata completamente eliminata in due tipologie di scuole che fino ad oggi la comprendevano nel proprio profilo formativo per un buon numero di ore (3 per ogni anno nel quinquennio del “Professionale Grafico” e 3+2+2 nel “Professionale Turistico”).Da settembre i nuovi iscritti non avranno più la possibilità di vedere inserita questa materia nel proprio curriculum scolastico.Ci chiediamo quindi il perché. Quale logica abbia mosso il Ministro a optare per questo tipo di scelta.Ci chiediamo come si possa eliminare in un istituto ad indirizzo turistico una materia volta a promuovere il patrimonio culturale che il nostro Paese possiede, considerato, tra l’altro, che il PIL del turismo culturale copre il 33% del PIL dell’economia turistica italiana per un valore di circa 54 miliardi di euro (Rapporto presentato da Federturismo Confindustria il 29 febbraio 2009).A fronte dunque di una politica di rilancio del territorio, promossa, come si è visto recentemente anche dai cosiddetti bonus vacanze, il Governo non intende però formare degli operatori di settore sufficientemente preparati, impedendo agli studenti di acquisire gli strumenti basilari per questo tipo di attività.Quale valida accoglienza turistica potrà quindi offrire un “nuovo diplomato Gelmini” senza la conoscenza delle bellezze artistiche del proprio Paese?Cancellare la STORIA DELL’ARTE significherà togliere un’opportunità qualificante per tutti gli studenti, slegare la scuola dal territorio e creare quindi figure professionali con forti deficit culturali e scarse competenze.Le stesse considerazioni si potrebbero fare per i nuovi Istituti Grafici.La cancellazione di questa disciplina sicuramente avrà una ricaduta sulla preparazione globale degli studenti alla fine del percorso quinquennale.Il valore dell’arte, che da sempre in questo ambito di studi costituisce uno stimolo alla fantasia, all’originalità e alla creatività, è stato completamente disconosciuto.E’ stato infatti un grave errore di superficialità pensare di garantire solo con una formazione meramente tecnica una preparazione qualificante. Questi due ambiti non possono essere scissi.Lo studio della STORIA DELL’ARTE non può essere eliminato da un indirizzo scolastico orientato ad uno sbocco artistico. Ancora una volta questa scelta ci è apparsa quanto mai inspiegabile.Non solo agli insegnanti, però, questi tagli sono sembrati insensati.In difesa della disciplina sono intervenuti qualche mese fa il FAI, la Redazione del TG3 nazionale, l’Onorevole Paola Frassinetti nella VII Commissione Cultura per la Riforma della Scuola, l’Associazione nazionale degli Insegnanti di Storia dell’arte chiamata in audizione presso la VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati e perfino il Presidente della Repubblica.Nessuna voce è mai stata ascoltata. Nonostante le 4268 firme dell’appello rivolto al Ministro dell’Istruzione nessun cambiamento è stato apportato rispetto alle prime bozze della Riforma.Il nostro patrimonio artistico/culturale vale davvero così poco da poter essere trascurato anche nelle scuole che dovrebbero conservarlo e tutelarlo come radice culturale profonda della Nazione?”

Varese, 25 febbraio 2010
Le insegnanti di STORIA DELL’ARTE
della provincia di Varese
(postato 1-3-2010 sul Blog di F. Caroli - Che Tempo che Fa)


Paese dei Balocchi, 6 marzo 20..
/
***lettera aperta a chi di competenza***
/
Maravigliati di tal scelleratezza, ci si desta un orrore profondo per quali saran le conseguenze e, molto più che non si creda, ora sentiam le nostre tasche piene.
Non ardiremmo pronunciare opinione, se di simil fatti non eccedessero gli esempi.
Quelli che non sono dimestichi a pensare o riflettere più profondamente, si astenessero dal decider cose gravi...che ad aggravare van la nostra soma!
In quanto a lei, Signora, (chiediam venia)
è un po' morire finir nelle sue mani!
Molti rispettosi ragli,
hiihoo
/
/

2.3.10

UNA POESIA


Roy Lichtenstein - Ball of Twine

Una poesia da dedicarti,
che sia un inno al tuo ritorno,

la più bella fra le belle 
è introvabile.

Non è stata mai scritta.
Mi sta avvolta dentro.
Si districa nella tua assenza
in sinuosi nastri di fiamma
che frustano l’orizzonte,

cercandoti.

Ma appena torni
si riavvolge su se stessa

in silenzio,
inespressa e involuta.
Sta come un rotolo di spago grigio

attorcigliato sopra uno scaffale.


mca



(TUTTI I DIRITTI RISERVATI)




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