Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

29.6.10

SENSATION




       Par les soirs bleus d'été, j'irai dans les sentiers,
      Picoté par les blés, fouler l'herbe menue:
              Rêveur, j'en sentirai la fraîcheur à mes pieds.
                 Je laisserai le vent baigner ma tête nue.
               Je ne parlerai pas, je ne penserai rien:
                                    Mais l'amour infini me montera dans l'âme,
                          Et j'irai loin, bien loin, comme un bohémien,
                                   Par la Nature, - heureux comme avec une femme.

                                                                             Rimbaud  Mars 1870   
.

           Andrò per sentieri nelle azzurre sere d’estate,
                  stroppicciando l'erba tenera, punzecchiato dal grano:
         trasognato sentirò la freschezza ai miei piedi.
                      Lascerò che il vento m'inondi il capo nudo,
                   senza parlare, a nulla pensando:
                        ma un amore infinito invaderà il mio cuore,
            e, vagabondo nella natura, lontano arriverò, tanto lontano,
                              contento come assieme a una donna.


                                                              Rimbaud Marzo 1870
                                                                                             (traduzione di mca)



26.6.10

C'EST FINI


AH,  MES  AMIS,  C'EST  FINI  DEJA'.
LA  GRANDE  VILLE  ME  RECLAME,  FAUT  REPARTIR.







24.6.10

MI MANCHI

.
.

OGNI GIORNO MI MANCHI; E IN OGNI DOVE,


PERCHE' ALL'ASSENZA DI TE


NON C'E' ALTROVE.

.
Corrado Calabrò            



.
.                                                                                                      

22.6.10

LA FELICITA' ESISTE?

Elogio della Matrigna
Mario Vargas Llosa – Einaudi
Trad. Angelo Morino






La felicità esiste. - Si ripeté come ogni sera. - Sì, ma a patto di ricercarla dove è possibile. Nel corpo proprio e in quello dell’amata, per esempio; da soli e nel bagno; per ore o minuti e sopra un letto spartito con la creatura tanto desiderata. Perché la felicità è temporanea, individuale, eccezionalmente duale, molto di rado tripartita e mai collettiva".
(Mario Vargas Llosa)
.

Solo chi ne ha avuta una, può capire il valore della matrigna.
E’ la nuova sposa di papà, quella che gli ha restituito il buon umore e  gioia di vivere, una ragione per uscire ogni mattina, tirare la carretta, reggere gli impegni e su di lei sarà focalizzata tutta la sua attenzione per i prossimi anni, almeno fin quando la luna di miele non avrà il suo naturale epilogo. Meno tempo quindi per stare alle calcagna dei figli, utile in molti casi anche per sgravare di tensione il rapporto con la propria figliolanza. Generalmente i secondi matrimoni hanno più probabilità di essere duraturi rispetto al precedente, vuoi per merito delle esperienze di cui si è fatto tesoro, vuoi per l’età più adulta e di conseguenza anche per la prole esiste una prospettiva di maggiore stabilità e continuità di intenti rispetto a prima. Se poi questa continuità sarà pacifica o belligerante, bisognerà verificarlo caso per caso. Certo è che, seppur si raccomandi che il buon senso ce lo metta chi si presuppone lo abbia in dote, spesso questo arduo compito è delegato ai figli, che ne fanno arma di sopravvivenza a modo loro, secondo regole individuali, creatività e predisposizioni.
C'è chi finirà per anestetizzare il legame in un rapporto di appiattimento emozionale, chi si renderà diabolico persecutore della coppia, chi se ne andrà di casa sbattendo la porta e dicendo addio per sempre all'istituzione famiglia.
Riuscire ad ipotizzare con ottimismo un’ idilliaca restaurazione della totale serenità è quasi sempre pura utopia.
Vargas Llosa ci racconta una delle tante storie possibili, col suo modo sofisticato che qui sconfina in raffinato virtuosismo dal sapore un po' decadente, oserei dire quasi dannunziano, (benché io mi sia pregiudizialmente esonerata dall’approfondire, forse a torto, questo scrittore e potrei quindi inciampare in un pressapochismo di cui mi scuso con i cultori).
Innocenza e corruzione si intrecciano in modo conturbante in pagine di rara efficacia stilistica, che non mancheranno di urtare (miratamente) la suscettibilità morale od estetica dei più sensibili.
Il linguaggio è fluido e voluttuoso e il libro, di circa 150 pagine, ingrana presto la quarta e si legge tutto d'un fiato per arrivare all'epilogo.
Interessante e geniale la trovata di inserire una galleria virtuale di quadri illustrati e rivisitati dall’autore come allegoria alle vicende raccontate.
Una sfida letteraria consigliata agli amanti delle chicche e a chi sia cultore della buona scrittura (personalmente mi sono ritrovata a rileggere con avidità lo stesso passaggio anche più volte.)
Sconsigliabile invece a generalisti, bigotti e …pubblico immaturo.           mca



Francois Boucher - Il bagno di Diana (2° quadro della Galleria)

Quella a destra sono io, Diana Lucrezia. Sì, io, la dea della quercia e dei boschi, della fertilità e dei parti, la dea della caccia. I Greci mi chiamano Artemide. Sono imparentata con la Luna e Apollo è mio fratello. Fra i miei adoratori abbondano le donne e i plebei. Ci sono templi in mio onore in quasi tutte le foreste dell’impero. Alla mia destra, china intenta a scrutarmi il piede c’è Giustiniana, la mia favorita. Abbiamo appena fatto un bagno e stiamo per fare l’amore.


La lepre, le pernici e i fagiani li ho cacciati all’alba, con le frecce che, strappate dalle prede e ripulite, sono ritornate nella loro faretra. I segugi sono decorativi; di rado me ne servo, quando vado a caccia. Mai, comunque, per catturare animali fragili come quelli di oggi, perché le loro fauci li triturano fino a renderli immangiabili. Questa sera mangeremo queste bestie dalle carni tenere e gustose, insaporite con spezie esotiche, bevendo il vino di Capua finchè non cadremo ebbre a terra. Io so godere. E’ una tendenza che ho perfezionato senza posa, nel corso del tempo e della storia, e affermo senza arroganza di avere raggiunto in questa materia la sapienza. Intendo l’arte di libare il nettare del piacere di tutti i frutti, anche quelli marci, della vita.


Il personaggio principale non è nel quadro. O meglio non lo si vede. Si aggira lì dietro, nascosto nel folto, spiandoci. Con i begli occhi color di alba meridionale spalancati e il tondo viso accalorato dall’ansia, sarà lì, rannicchiato e come stregato, ad adorarmi. Con i riccioli biondi intrecciati e il piccolo membro dall’epidermide pallida inalberato come uno stendardo, sarà lì a sorbirci e divorarci con la sua fantasia di fanciullo puro. Saperlo ci fa gioire e aggiunge malizia ai nostri giochi. Non è un dio né una bestiola, ma di specie umana. Bada alle capre e suona il flauto. Lo chiamano Fonsino..


Giustiniana l’ha scoperto alle idi di agosto, mentre io seguivo le tracce di un cervo nel bosco. Il pastorello stava seguendomi, stordito, inciampando, senza allontanare lo sguardo da me neppure per un istante. La mia favorita dice che quando mi ha vista dritta, tutti i muscoli del corpo tesi a scoccare la freccia, il piccolo è scoppiato a piangere. Lei si è avvicinata per consolarlo, e allora si è accorta che il fanciullo piangeva di gioia. - Non so cosa mi succeda, le ha confidato con le guance bagnate di lacrime, ma ogni volta che la signora compare nel bosco le foglie degli alberi diventano stelle e tutti i fiori si mettono a cantare. Uno spirito ardente si caccia dentro di me e mi riscalda il sangue. La vedo ed è come se, tutto tranquillo sulla terra divenissi uccello e spiccassi il volo.-


- La forma del tuo corpo ha ispirato precocemente ai suoi pochi anni il linguaggio dell’amore – ha filosofeggiato Giustiniana, dopo avermi riferito l’episodio. – la tua bellezza lo ipnotizza come fa il crotalo con il colibrì. Abbi pietà di lui, Diana Lucrezia. Perché non giochiamo col bimbo pastore? Svagandolo, ci svagheremo anche noi - .....
(Mario Vargas Llosa)
da: Elogio della Matrigna
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21.6.10

LIEVI MONDI FRAGILI




Quando ti ferisci, non sono io che ti medico e ti consolo.
Ma è sulla mia pelle che restano le cicatrici del tuo dolore.

                                          mca



Mauro Lacqua



20.6.10

VOLER BENE A QUALCUNO


è anche leggere le previsioni del tempo e dispiacersi se da lui farà brutto

*
immagine di Matteo Melis


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19.6.10

IL GIORNO SEGUENTE NON MORI' NESSUNO (intermittenze della morte)


Ragaaazzi, Isolaaani,  Popolo sovrano…. quanto siamo ignoranti!
Occorre addivenire ad un po’ di umile autocritica.


C’era un premio nobel per la letteratura di cui, dopo anni, non si aveva ancora nessuna informazione.
E’ morto prima che potessimo conoscerlo. Per fortuna c’è il TG5 a tenerci informati!

Questo dimostra, maligni, che non è affatto vero che veniamo notiziati solo su Cavalleria e partite di calcio.
E’ ora di smetterla con gli attacchi immotivati ai bravi, e dunque profumatamente retribuiti, giornalisti televisivi.


Ah, insistete per sapere chi è il premio nobel conosciuto solo dal TG5?
Aspettate, che questa me la sono segnata: SAMARAGO (l’avevate mai sentito, voi ?)



(sono testimone, TG 5mattina, ore 08:20 circa)

                                                                                m.c.escher

**

18.6.10

QUESTO MONDO NON VA BENE, CHE NE VENGA UN ALTRO


«Tutto nel mondo sta dando risposte, quel che tarda è il tempo delle domande.»
*
"Piacere è probabilmente il miglior modo di possedere, possedere dev’essere il peggior modo di piacere”.
da “Il racconto dell’isola sconosciuta
*
"Non è la dimensione del vaso che importa, ma quello che ognuno di noi riesce a mettervi, anche se dovrà traboccare e andare perduto".
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"Forse solo il silenzio esiste davvero".
*
"Il viaggio non finisce mai, solo i viaggiatori finiscono".
Josè Saramago
 
 


Era stata grande la sofferenza in quell’interminabile giorno che tutti dicevano – domani non può essere peggio, e tuttavia sapevano che sarebbe stato mille volte peggio. Pensavano alla strada che declinava verso valle, quelle curve strette, quelle discese spaventose, quelle pendici erte che scendevano quasi a picco sulla strada. Come faremo a passare, mormoravano fra sé e sé.
   Non ci fu giornata più calda quell’estate, la terra sembrava un braciere, il sole un aculeo conficcato nelle spalle.
   Gli acquaioli correvano lungo tutta la fila portando orci d’acqua sulle spalle; andavano a prenderla ai pozzi di quei paraggi, nelle terre basse, a volte molto lontano, e dovevano arrampicarsi sulla montagna per sentieri appena tracciati, per riempire i barili: i lavori forzati non possono essere peggio di così. Mentre venivano staccati i buoi e condotti in uno slargo, abbastanza lontani per non intralciare la manovra, ma sufficientemente vicini per essere riportati senza indugio se la manovra stessa lo avesse richiesto, gli uomini, sparpagliati sulla cresta del monte al torrido sole, guardavano la vallata tranquilla, gli orti, le ombre fresche, le case che sembravano irreali tanto acuta era l’impressione di calma che da esse irradiava.
   Avranno pensato a questo o forse no? Può darsi solo a questa semplice cosa: se faccio tanto di ritrovarmi laggiù, non mi parrà vero.
   Come andò, lo dicano altri che ne sanno di più. Seicento uomini aggrappati disperatamente alle dodici funi fissate sulla parte posteriore della piattaforma; seicento uomini che sentivano, con il tempo e lo sforzo, andarsene pian piano la tensione dei muscoli, seicento uomini che erano seicento paure di essere. Che cosa è un uomo se è solo la forza che ha, quando non è altro che la paura che non basti questa forza per trattenere il mostro che implacabilmente lo trascina, e tutto per una pietra che non ci sarebbe bisogno che fosse così grande: con tre o dieci più piccole si farebbe lo stesso l’altare, solo che non avremmo l’orgoglio di poter dire a sua Maestà– E’ una pietra sola!

   E’ per via di questo ed altri sciocchi orgogli che si va disseminando il ludibrio generale, con le sue forme nazionali e private, come l’affermazione dei compendi e delle storie: la costruzione del convento si deve al re Giovanni V per un voto fatto se gli fosse nato un figlio. Qui ci sono seicento uomini che non hanno fatto fare nessun figlio alla regina e sono loro a pagare il conto.
   -Che si attacchino!- Con licenza per l’anacronistica espressione.
   Se la strada scendesse dritta, tutto si ridurrebbe ad un gioco alternato, un gioco magari divertente, lasciar andare e trattenere quest’aquilone di pietra, dargli filo e riavvolgerlo, lasciarlo scivolare finchè l’accelerazione non diventi indomabile, frenarlo in tempo perché non precipiti nella vallata, sfracellando gli uomini che non ossero riusciti a scansarsi, ma c’è l’incubo delle curve.
   Finché la strada era piana si erano utilizzati i buoi, come è stato spiegato, tirando alcuni di fianco la parte anteriore del carro, finché riuscivano ad allinearlo con la retta, breve o lunga , in cui la curva si prolungava. Era solo un lavoro di pazienza, che era diventato un’abitudine, tante volte lo avevano ripetuto, attaccare, staccare, attaccare, la fatica più grande era per i buoi, gli uomini facevano poco più che gridare. Ora griderebbero di disperazione davanti alla diabolica combinazione di curva e pendio che dovranno vincere tante volte, ma gridare, in questo caso, sarebbe sprecare fiato, che già non è molto.
Si studi piuttosto un sistema che funzioni, lasciamo le guida per quando potranno essere di conforto.
   Il carro scende giù giù fino all’imbocco della curva, quanto più possibile accostato alla parte interna, ma il cuneo non deve essere tanto solido da bloccare da solo tutto il carro, né tanto fragile da farsi schiacciare dal peso.
   Se pensate che la cosa non sia di suprema difficoltà è perché non avete portato questa pietra da Pero Pinheiro fino a Mafra e vi avete assistito seduti, o vi limitate a guardare da lontano, dal luogo e dal tempo di questa pagina.
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Josè Saramago
da Memoriale del Convento                           
 
*****
 
Datemi una barca, disse
E voi a che scopo volete una barca, si può sapere
Per andare alla ricerca dell'isola sconosciuta, rispose l'uomo, Che isola sconosciuta, domandò il re con un sorriso malcelato, quasi avesse davanti a sé un matto da legare, di quelli che hanno la mania delle navigazioni, e che non è bene contrariare fin da subito, L'isola sconosciuta, ripeté l'uomo, Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono più. Chi ve l'ha detto, re, che isole sconosciute non ce ne sono più, Sono tutte sulle carte, Sulle carte geografiche ci sono soltanto le isole conosciute, E qual è quest'isola sconosciuta di cui volete andare in cerca, Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta, Da chi ne avete sentito parlare, domandò il re, ora più serio, Da nessuno, In tal caso, perchè vi ostinate ad affermare che esiste, Semplicemente perché è impossibile che non esista un'isola sconosciuta, E siete venuto qui a chiedermi una barca, Sì, sono venuto qui a chiedervi una barca, E chi siete voi, perché io ve la dia, E chi siete voi, per non darmela, Sono il re di questo regno, e le barche del regno mi appartengono tutte, Piuttosto appartenete voi a loro e non loro a voi, Che volete dire, Senza le barche, non siete nulla, e che loro senza di voi, potranno sempre navigare...
.
....
.
Da quando il viaggio verso l'isola sconosciuta è cominciato non si è ancora visto l'uomo al timone mangiare, dev'essere perché sta sognando, sta solo sognando, e se nel sogno gli venisse voglia di un pezzo di pane o di una mela, sarebbe pura invenzione, niente di piú.

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Josè Saramago
da "Il Racconto dell'Isola Sconosciuta"
.
Image: Lisboa by Fabricio Guerrini

..

17.6.10

NON DIR MALE DI NESSUNO




Se dici male di qualcuno



                       è di te che parli male.

Non dir male di nessuno,


                      tanto il mondo resta uguale.


Fernando Pessoa

 
 
 
 
Emiliano Ponzi


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16.6.10

ORECCHIO MOZZATO AL GRANDE FRATELLO

"SIAMO TUTTI SPIATI... IN ITALIA NON C'E' VERA DEMOCRAZIA."
PAROLE SANTE.

BEN 150,000 TELEFONINI SONO SOTTO CONTROLLO: IL MIO, IL TUO, QUELLO DEL DOTT. PINCO PALLO, DEL RAG. FRACCHIA E DI ALTRI 50 FRA AMICI, PARENTI E COLLEGHI REGISTRATI SULLE RISPETTIVE RUBRICHE.

CHE CAGNARA,  MA A ME, DELL'EVENTUALITA' DI ESSERE INTERCETTATA,  NON NE POTEVA FREGAR DI MENO, ANZI...SAI CHE RISATE!

PERO' L'ANTICO DETTO POPOLARE "MALE NON FARE...PAURA NON AVERE" MICA VALE PER TUTTI.

DUNQUE, A TUTELA DEGLI OPPRESSI, SONO SCESI IN CAMPO A RAZZO I DIFENSORI DELLA LIBERTA', GLI ESPERTI  IN LEGALITA' : D'ORA IN AVANTI SARANNO MESSE AL BANDO LE INTERCETTAZIONI, VERRA' MOZZATO L'ORECCHIO AL GRANDE FRATELLO.
CHE BRAVI RAGAZZI, COME SI PREOCCUPANO PER NOI, "POPOLO SOVRANO"!
GRAZIE TANTE PER LA DELICATEZZA! D'ORA IN POI POTREMO DORMIRE SONNI TRANQUILLI.

A ME PREOCCUPA PIUTTOSTO UN'ALTRA FACCENDA: CHE ADESSO VENGA BUONO IL PRETESTO  PER AUMENTARE LE TARIFFE E DARCI UN'ALTRA STANGATA.
SI', PERCHE' A QUESTO PUNTO IL SERVIZIO TELEFONICO DIVERRA' AD OGNI  EFFETTO IL MEZZO DI CONTATTO PIU' SICURO E GARANTISTA OFFERTO AI CITTADINI.
E  SERVIZI DI QUESTO GENERE, RAGAZZI,  SI FANNO PAGARE SALATO!
.
Van Gogh
Autoritratto (del grande fratello)
L'arte si proietta sempre nel futuro
..

13.6.10

CAMMINO SOTTO LE STELLE LONTANE



Cammino sotto le stelle lontane
come facevo da piccolo con mio fratello, come facevo
in quelle lunghe , fredde
notti di S. Francisco, che sembravano non avere limiti,
solo viali
di colonne e sempreverdi,
senza muri.
E guardo in alto e vedo gli spazi tra le stelle,   
penso alle nebbie e alle miglia che le separano,
cosa attraverseremmo per essere insieme.
....
E sento di nuovo la domanda che dimora
nelle nostre menti
sull'idea che è dietro all'uomo:
il suo posto nell'universo,
e l'universo
il suo posto nell'uomo.
Sto come quando avevo otto anni
con lo stupore di cos'è a creare tutto,
l'infinità tra ciascuna luce
e l'eternità di ognuna.
E resto muto con la domanda.

John Wieners
(6 gennaio 1934 - 1 marzo 2002)
 
 

10.6.10

MUCHO MOJO

Una Stagione Selvaggia
Mucho Mojo
Il Mambo degli Orsi                                                    
Bad Chili
Capitani Oltraggiosi
Sotto un Cielo Cremisi
ecc.

Joe R. Lansdale  
Editore Einaudi
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   Hap & Leonard sono amici da tempo: black & white, simpatici e brillanti, sincronizzati al punto giusto e con la battuta sempre pronta, abituati a dividersi tutto fifty-fifty, dalle patatine fritte e unte sino al virtuosismo con cui distribuiscono scazzottate. Tutto possono mettere in comune, dalle grane alla cassa, ma non i gusti biblici.
Perché hanno tendenze diverse, i nostri amici: il primo è un macho cosiddetto sciupa-femmine, mentre l’altro è gay dichiarato, per cui fra loro mai un conflitto d’interesse…(e così è più facile andare d’accordo!) Ognuno si fa i fatti propri potendo contare sempre sulla tacita solidarietà dell’amico.
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La loro complicità raggiunge però l’apoteosi quando cominciano a suonarle di santa ragione a tutti quelli che se lo meritano o gli fanno saltare la mosca al naso, il che non è tanto difficile quando si sta nel profondo sud degli Stati Uniti, in quell’angolo arretrato di Texas ancor oggi focolaio di razzismo, e di cui maschilismo, pregiudizi e corruzione sono veri e propri stemmi di riconoscimento.
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Con i suoi due protagonisti in bianco e nero, Lansdale ha creato una serie di storie divertentissime fra cui questa, in cui il nero prevale su tutti gli altri colori, giallo incluso, e in cui sono mescolati in giuste dosi adrenalina e sesso, inquietudine e humour, e una spolverata di indagine psicanalitica che, per quanto all’acqua di rose, fa da contrappeso all’ambiente un po' coriaceo da digerire.
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La storia non è che sia questo granché, a tratti perde di credibilità, ma Lansdale scrive davvero bene, un fuoriclasse nel suo genere. Stile sciolto ed efficace, e non manca di appoggiare sguardi lunghi sull’ambiente circostante, con scatti fotografici da cui ottiene istantanee di feroce realismo.
Capitoli snelli per una scrittura essenziale, infiorettata anche qua e là di brevi note malinconiche.
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Consigliato. Per gli amanti del genere, o per diluire preoccupazioni, sconfiggere noia, insonnia, tempo estivo che passa più lentamente.


 
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9.6.10

E LORO CHI LI RIMBORSA?


Va bene. Ora sa quali sederi dover prendere a calci.




     Negli ultimi mesi Venice non sembra più un tranquillo villaggio del profondo Sud degli Stati Uniti. La cittadina a circa 110 chilometri a Sud-Ovest di New Orleans, non lontano dal delta del Mississippi, è considerata dalla sua stessa gente «la capitale mondiale della pesca», ma è anche un hub strategico per i movimenti di greggio. Le due anime di quella parte di Sud: i tantissimi pescatori e i molti pendolari impiegati sulle piattaforme off-shore. Ogni notte flotte di pescherecci salpano verso il mare aperto, mentre i tantissimi allevamenti ittici incoronano la Louisiana come la regina dei gamberetti. Si tratta di una produzione che contribuisce per un terzo a quella del pesce commercializzato in tutti gli Stati Uniti, un business da tre miliardi di dollari all’anno. Venice ormai è in balia di rabbia, disperazione e frenetiche attività al limite dell’impossibile. Da quando la marea nera ha raggiunto le coste, è tutto un viavai di volontari, uomini della Guardia costiera e militari che, assieme ai lavoratori delle compagnie petrolifere, Bp in testa, e alle agenzie governative, tentano di salvare la Louisiana dalla nuova minaccia che incombe. Ormai la melma di greggio ha raggiunto le coste del Golfo: dalla foce del Mississippi risale verso l’interno, raggiungendo le cittadine litoranee, per puntare verso l’Alabama.
     Sono 132 le specie a rischio solo tra gli uccelli secondo il dipartimento dell'Ambiente della Louisiana (Gerald Herbert/Ap)
Nella foto: il Pellicano bruno orientale o della Carolina (Pelecanus occidentalis carolinensis)
     Questa sottospecie è presente sulla costa atlantica degli Stati Uniti da New Yok fino alla Florida. Continua per il Golfo del Messico per tutta la costa dalla Florida al Texas, tutto il Messico e l'America centrale fino al nord dell'America del Sud in Colombia e Venzuela. Si è riprodotto nelle isole di Margaritas, Venezuela, Aruba e Trinidad. Colonie considerevoli nell'isola Pearl di Panama. E' comune vederlo volare sopra il canale in entrambe le direzioni. Il pellicano bruno, è l'unica specie che si tuffa in acqua da grandi altezze per catturare il pesce utilizzando il grosso becco a forma di borsa come se fosse una rete. Questo pellicano è un uccello monogamo, che allo stato libero può raggiungere i 30 anni d'età.  Tra il 1950 e il 1970 la specie è stata quasi sterminata dagli effetti dei pesticidi, come il DDT, che determinavano l'assottigliamento del guscio delle uova rendendole fragili. Da quando questo è stato messo al bando, i pellicani bruni sono aumentati sensibilmente di numero. Questi uccelli si recano raramente nell'interno o in mare aperto e vivono lungo le coste del Pacifico  e sulle isole del Mar dei Caraibi.


TESTIMONE OCULARE
      Obama ha promesso che chiunque avrà subito un danno verrà puntualmente rimborsato e questo è un encomiabile proposito che gli tirerà qualche guaio e darà molto lavoro alle compagnie assicurative.
Sta sprofondando anche lui nella poltiglia micidiale come i pellicani e le anatre.
     Ma aironi, pellicani, anatre, delfini, iguane non sanno che farsene dei maledetti biglietti verdi,! Che indennizzo potranno ricevere? E chi perorerà la loro causa?


SINISTRATO






      



                     


 

 AVVOCATO D'UFFICIO
Fotografo: Alessio Di Leo



7.6.10

IN QUEL MINUTO



             Ahi non s'infranga la tua figura nell'arena,
             ahi, non volino le tue palpebre nell'assenza:
                          non andartene per un minuto, adorata,
                          perche' in quel minuto sarai andata sì lungi
                                        che attraversero' tutta la terra chiedendomi
                                        se tornerai o mi lascerai morire.


PABLO NERUDA
EDWARD HOPPER (Jo Sketching at Good Harbor Beach 1925–28 watercolor)



2.6.10

AVVISO AI NAVIGANTI




Causa manovre di dislocamento flotta verso lidi propizi, il bollettino del mare segnala per i prossimi giorni una breve sospensione tecnica delle trasmissioni.
I contatti saranno ripresi quanto prima: navi e natanti prestino la massima attenzione.






http://maps.google.com/maps?f=q&source=s_q&hl=en&geocode=&q=santa+margherita+di+pula&sll=40.094882,9.107666&sspn=3.12629,6.932373&ie=UTF8&hq=&hnear=Santa+Margherita,+Pula+Cagliari,+Sardinia,+Italy&t=h&z=14


dettaglio


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La prossima guerra mondiale sarà combattuta con le pietre (A. Einstein)



 COMBATTERE PER LA PACE E' COME

W LE FORZE DISARMATE
                 ABBUFFARSI PER DIMAGRIRE         


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1.6.10

MAMMINA CARA?



Si è concluso il viaggio di Louise Bourgeois nel suo furioso mondo creativo e distruttivo, un lungo viaggio compiuto da Parigi, dove era nata nel 1911, a New York dove è vissuta dal 1938 e vi è morta ieri 31 maggio 2010. Ha lasciato nelle sue opere la testimonianza di come si possa affidare alla creatività il tormento e l'angoscia dell'abbandono. L'artista ha attraversato il '900, esplorando e sublimando il dolore, la paura e la sofferenza degli uomini e delle donne.

La cara mammina non è rappresentata da tutti in modo ugualmente idilliaco

Maman, (scultura in bronzo, acciaio e marmo) è la sua opera più famosa, di cui creò numerose varianti (tanto da farsi spiritosamente soprannominare "la Donna-ragno") ed è qui esposta all’esterno del Tate Modern di Londra.

"Tutto quello che produco è ispirato ai primi anni di vita. Ogni giorno devi disfarti del tuo passato, oppure accettarlo, se non ci riesci diventi scultrice.


Il dolore è il soggetto di cui mi occupo. Dare significato e forma alla frustrazione e alla sofferenza.

Esorcizzare fa bene. Cauterizzare, bruciare per guarire. E' come potare gli alberi. La mia arte è questo. Lo so fare bene.


Non è un'immagine che cerco. Non è un'idea. E' un'emozione che si vuole ricreare, l'emozione di volere, di dare e di distruggere.


Il potere mi spaventa. Mi rende nervosa. Nella vita reale, mi identifico con la vittima. Ecco perché mi sono dedicata all'arte. Nella mia arte, l'assassino sono io ...


Come artista io sono una persona che ha potere. Nella vita reale, mi sento come un topo dietro al termosifone... Il processo consiste nell'andare dal passivo all'attivo."
Louise Bourgeois
 
fonte: Lapis 1996
 
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