Regia: Neill Blomkamp
Interprete: Sharlto Copley
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Da vent'otto anni un’astronave staziona in panne nei cieli foschi del Sudafrica, già regno dell’apartheid. Gli alieni a suo tempo salvati sono stati ghettizzati nel District 9 a Johannesburg. Stanno ormai superando il numero di 1.800.000 unità.
Non hanno portato business né nuove tecnologie, come sperato; sono esseri repellenti e irrequieti, ma, per quanto stupidi, devono essere nutriti e tollerati dagli “umani” che invece non ne vogliono più sapere.
Il programma è quindi di farli sfollare in una tendopoli lontana dalla città.
Durante le operazioni di sgombero, il nostro eroe, nell’espletare il suo dovere in modo zelante, resta contagiato dal DNA alieno che gli procurerà un processo di mutazione irreversibile. In poche ore perderà tutto, casa, affetti, lavoro e sperimenterà sulle proprie ossa che cosa significhi fare parte di una minoranza perseguitata. Vorrebbe unirsi ad alcuni alieni che stanno per tentare il ritorno a casa e potrebbero guarirlo, ma la fuga gli viene impedita dai suoi stessi colleghi e parenti che cercano di catturarlo per consegnarlo alla ricerca scientifica.
Piuttosto che mettersi nelle mani dei suoi simili egli preferisce accettare la mutazione in modo definitivo e vivere insieme ai suoi simili.
La brutalità dell’uomo sapiens, da sempre spietato nei confronti dei soggetti deboli, emerge qui con raggelante realismo.
Il programma è quindi di farli sfollare in una tendopoli lontana dalla città.
Durante le operazioni di sgombero, il nostro eroe, nell’espletare il suo dovere in modo zelante, resta contagiato dal DNA alieno che gli procurerà un processo di mutazione irreversibile. In poche ore perderà tutto, casa, affetti, lavoro e sperimenterà sulle proprie ossa che cosa significhi fare parte di una minoranza perseguitata. Vorrebbe unirsi ad alcuni alieni che stanno per tentare il ritorno a casa e potrebbero guarirlo, ma la fuga gli viene impedita dai suoi stessi colleghi e parenti che cercano di catturarlo per consegnarlo alla ricerca scientifica.
Piuttosto che mettersi nelle mani dei suoi simili egli preferisce accettare la mutazione in modo definitivo e vivere insieme ai suoi simili.
La brutalità dell’uomo sapiens, da sempre spietato nei confronti dei soggetti deboli, emerge qui con raggelante realismo.
Sono da ristabilire i parametri di ciò che va definito umano, non umano, disumano e bestiale.
/Affermare che questo film, mix tra fiction e mockumentary, sia un capolavoro come acclamato dalle recensioni, è confondere l’insieme con la parte.
La parte qui è rappresentata dalla spinta ideologica del regista a fare della sua idea madre una parabola attuale, lodabile senz’ombra di dubbio. Quasi impossibile dissociarsi dall’approvarne il merito.
Ma oltre all’idea innovativa e l’impegno ideologico, non dovrebbe un film essere costituito e giudicato per plot, scenografia, sceneggiatura, effetti speciali e quant’altro?
Ho trovato invece l’idea compressa dentro un film monocorde e di blando coinvolgimento, argomentato da una sceneggiatura grossolanamente scolastica, con parecchie idee incongruenti ed altre (inconsciamente?) mutuate da altri registi di fama.
La parte qui è rappresentata dalla spinta ideologica del regista a fare della sua idea madre una parabola attuale, lodabile senz’ombra di dubbio. Quasi impossibile dissociarsi dall’approvarne il merito.
Ma oltre all’idea innovativa e l’impegno ideologico, non dovrebbe un film essere costituito e giudicato per plot, scenografia, sceneggiatura, effetti speciali e quant’altro?
Ho trovato invece l’idea compressa dentro un film monocorde e di blando coinvolgimento, argomentato da una sceneggiatura grossolanamente scolastica, con parecchie idee incongruenti ed altre (inconsciamente?) mutuate da altri registi di fama.
E, ahimè, il pessimo doppiaggio rende parte dei dialoghi del tutto inafferrabili da un normale orecchio umano inabile a captare gli ultrasuoni.
Per non parlare poi dei sottotitoli che traducono il linguaggio indecifrabile degli alieni: pur sembrando una trovata originale, lavorando un po’ di intuizione se ne potrebbe fare a meno, se non altro per non doversi deconcentrare dal serrato susseguirsi di vicende dal ritmo già di per sè anche troppo concitato e da inquadrature che non possono venir perse perchè valgono senz'altro il film.
Per non parlare poi dei sottotitoli che traducono il linguaggio indecifrabile degli alieni: pur sembrando una trovata originale, lavorando un po’ di intuizione se ne potrebbe fare a meno, se non altro per non doversi deconcentrare dal serrato susseguirsi di vicende dal ritmo già di per sè anche troppo concitato e da inquadrature che non possono venir perse perchè valgono senz'altro il film.
Il risultato è che alla fine il messaggio perde di spessore e ci arriva annacquato a causa di tutta una serie di pecche che vanno a discapito dell’opera intera. La mezza riuscita del film non può quindi farci allineare al consenso generale di critica e pubblico sventagliato dai media e dal lancio promozionale della potente Sony.
Sabato, ore 17,30 in una multisala frequentatissima di milano, c’era solo l’imbarazzo della scelta dei posti a sedere: va bene la crisi post-ferie, ma la platea era per tre quarti deserta e altre poltrone ancora sono state lasciate libere dopo i primi venti minuti di proiezione.
Ognuno ha la propria soglia di soddisfacimento intellettuale ed è doveroso da parte mia ammettere di non essere una grande cultrice del genere fantascientifico: mi sono lasciata però sedurre dai giudizi incontrastati che stanno accompagnando il lancio del film e sicuramente hanno aumentato oltre misura le mie aspettative. Però quando un film è bello, non ci son santi, piace in primis proprio agli ignoranti del genere (tale mi ritengo, nonostante abbia voluto esprimere qui il mio parere).
Belle le musiche.
Una lode va in ogni caso riservata al giovane regista Neill Blomkamp che dopo il primo goffo tentativo (virtuosamente realizzato con modesto dispendio economico) promette quanto prima di riuscire a spiccare un bel volo planetario. Lo dico con una nota di sincera ammirazione: molti dell’età sua stanno ancora cercando di raddrizzar le aste (quelle sul quaderno, per intenderci).
Voto 7-
Sabato, ore 17,30 in una multisala frequentatissima di milano, c’era solo l’imbarazzo della scelta dei posti a sedere: va bene la crisi post-ferie, ma la platea era per tre quarti deserta e altre poltrone ancora sono state lasciate libere dopo i primi venti minuti di proiezione.
Ognuno ha la propria soglia di soddisfacimento intellettuale ed è doveroso da parte mia ammettere di non essere una grande cultrice del genere fantascientifico: mi sono lasciata però sedurre dai giudizi incontrastati che stanno accompagnando il lancio del film e sicuramente hanno aumentato oltre misura le mie aspettative. Però quando un film è bello, non ci son santi, piace in primis proprio agli ignoranti del genere (tale mi ritengo, nonostante abbia voluto esprimere qui il mio parere).
Belle le musiche.
Una lode va in ogni caso riservata al giovane regista Neill Blomkamp che dopo il primo goffo tentativo (virtuosamente realizzato con modesto dispendio economico) promette quanto prima di riuscire a spiccare un bel volo planetario. Lo dico con una nota di sincera ammirazione: molti dell’età sua stanno ancora cercando di raddrizzar le aste (quelle sul quaderno, per intenderci).
Voto 7-
http://www.youtube.com/watch?v=d6PDlMggROA
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