Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

4.9.11

ELEFANTI ADDIO

Raffiche di kalashnikov echeggiano nella Valle del Grande Rift in pieno giorno.
Prima succedeva solo di notte.
Questa volta è una femmina.
Una matriarca di quasi trent’anni, lo si giudica dal corpo, dall’usura delle unghie.
Le zanne invece, divelte a colpi d’ascia, sono già in viaggio, nascoste sotto un carico di carbone diretto a Mombasa, dove verranno poi imbarcate verso la Somalia e l’insaziabile mercato cinese.
La notte risuonerà di strida di iene, di ruggiti di leoni, di ululati di sciacallo che si contendono le grandi spoglie.
Domani i resti dilaniati formicoleranno di milioni di larve, e fra una settimana solo pelle putrefatta e ossa sconnesse  rimarranno di questa regina della savana.
Amen

Antonio Arajo Ojeda (diritti riservati)
Memorias de Africa - www.fotocommunity.it


Poi ci saranno coloro che entreranno negli eleganti negozi di Pechino, Bangkok e Tokio per scegliere in una vetrina illuminata un superfluo oggetto d’avorio di cui si potrebbe benissimo fare a meno. Questi raffinati signori associano al loro acquisto  l’orrore e il terrore che sono il vero prezzo della loro ignoranza?  Sanno di essere colpevoli di questa morte più dello stesso bracconiere che ha premuto il grilletto?

I bracconieri del Kenia sono armati dai mercanti somali, importatori di armi illegali, che restano impuniti. Sono spesso spinti dalla tentazione di un guadagno che è pari al ricavato di un ipotetico lavoro retribuito di quindici anni, e sanno bene che, se per caso cadessero nelle mani della legge, fatto raro, sarebbero probabilmente subito rilasciati. Il valore dell’avorio gonfiato dalla domanda di mercato è tale, paragonto alle condanne irrisorie, che vale sempre la pena di correre il rischio.
750 dollari al chilo

Recentemente a Zanzibar è stato sequestrato l’equivalente di 520 elefanti. In aprile la dogana tahilandese aveva scoperto 240 zanne , 122 in Vietnam, 84 intercettate a Nairobi e oltre 700 già dirette in Cina.

La legislazione applicabile ai crimini contro animali selvatici in Kenia è da tempo obsoleta. Data ancora degli anni ’70, quando la caccia grossa era ancora permessa, gli elefanti abbondavano, i negozi che vendevano oggetti d’avorio ai turisti comunissimi da trovare e la popolazione non aveva raggiunto ancora gli attuali livelli di disoccupazione.
Soprattutto la presenza cinese in Africa non era così dominante, anzi praticamente non esisteva.

La rapida escalation dell’economia cinese, dove gli oggetti in avorio intagliato rappresentano uno status symbol, unitamente all’influenza economica cinese in Africa, sono direttamente responsabili del tragico e irreversibile declino delle popolazioni faunistiche nel continente nero. Il bracconaggio ha raggiunto livelli senza precedenti e il 90% dei bracconieri arrestati a Nairobi è cinese.  La domanda per l’oro bianco risulta insaziabile e i Rangers locali, ancora armati con fucili antiquati, devono far fronte a un nemico risoluto e munito di armi moderne.
Solamente il Kenia perde ogni anno molte centinaia di elefanti e rinoceronti. I primi a sparire sono stati i grandi maschi e ora è il turno delle matriarche, che rappresentano il nucleo e la memoria del branco.
Vent’anni fa il commercio dell’avorio era stato messo al bando, ma poi il divieto non si è più rinnovato grazie all’avvenuta ripopolazione, ma in questi ultimi cinque anni è ricominciata l’ecatombe. La stage dilaga: se questo traffico internazionale criminale non verrà fermato al più presto e una nuova legge approvata in tempi celeri, il destino dell’elefante sarà quello di diventare un mammuth di ultima generazione.

(Tratto da un articolo di Kuki Gallmann)

Notturno africano di Roberto Rubiliani  tutti i diritti riservati
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Kuki Gallmann, nata in Italia, arrivò in Kenia nel 72 col marito Paolo e il figlio Emanuele che morirono dopo pochi anni in un incidente. Per onorare la loro memoria Kuki  fondò la Gallmann Memorial Foundation, che promuove la coesistenza fra uomini e natura. Si batte in prima linea contro il bracconaggio e ha ricevuto, per questo impegno, diverse onorificenze internazionali.



Ha pubblicato cinque romanzi editi da Mondadori tra cui l’autobiografico “ Sognavo l’Africa” da cui è stato tratto un film con Kim Basinger. Vi si narrano i tragici fatti della morte del marito in un incidente d'auto e quella del figlio adolescente in seguito al morso di uno dei serpenti velenosi allevati in una teca nel Ranch.  ****



mca ringrazia:
Kuki Gallmann
Antonio Arajo Ojeda
Roberto Rubiliani

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