Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

3.9.11

La fotografia è una mannaia


La fotografia è una mannaia che coglie nell’eternità l’istante che l’ha abbagliata.
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Parole di Henri Cartier-Bresson,  nato a Chanteloup in Bassa Normandia nel 1908.
Da molti è considerato il padre del fotogiornalismo. Appassionato di pittura e affascinato dalle idee dei surrealisti, studiò con André Lothe.  Fu uno scatto di Martin Munkacsi a convincerlo che la fotografia gli era congeniale. 

Marton (Martin)  Munkácsi
Motociclista a Budapest - 1923

Marton Munkácsi
"Sono state queste foto a dar fuoco alle polveri,
a farmi venir voglia di guardare la realtà
 attraverso l'obiettivo."
(Cartier-Bresson)
Marton   Munkácsi
woman with umbrella - NY
Marton Munkácsi

Non è stato ancora dimenticato l’artista ungherese Martin Munkacsi, pioniere della fotografia moderna e fonte di ispirazione per Henri Cartier-Bresson.
Fotografie che festeggiano il dinamismo, la velocità e l'energia della vita moderna. Dai suoi esordi come fotografo sportivo in Ungheria, passando per il fotogiornalismo innovativo a Berlino, fino al suo lavoro per la rivista di moda cult Bazaar di Harpers - da cui fu assunto nel 1934 - Munkacsi ha abbagliato il pubblico per il suo approccio audacemente sperimentale.


Nel 1932 comprò la sua prima macchina fotografica una Leica 35mm con lente 50mm che l'accompagnerà per molti anni nei suoi viaggi in Costa d’Avorio, Messico, Spagna, Italia e Stati Uniti, dove iniziò ad interessarsi anche di Cinema lavorando come assistente alla regia da Paul Strand.

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Truman Capote - Louisiana 1947
Al ritorno in Francia lavorò nuovamente come assistente alla regia di Jean Renoir.
Fatto prigioniero dai Tedeschi nel 1940, riuscì ad evadere nel ’43, aderendo subito alla Resistenza,
e realizzando nel contempo numerosi ritratti di artisti e scrittori.
Nel 1947 fondò l’agenzia Magnum Photos insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour, e William Vandivert .

J.P.Sartre - Pont des Arts, Parigi 1946



Inizierà quindi innumerevoli viaggi in cui farà molteplici reportage che gli daranno fama mondiale. Nel 1952 rientrato in Europa dopo lunghi viaggi in India, Cina e Indonesia,  sarà il primo fotografo occidentale ad essere ammesso in Unione Sovietica.

Nel 1970 fu aperta al Grand Palais  la sua mostra personale
En France. Nel 1981 venne  insignito del Gran Premio Nazionale per la Fotografia Francese.

Nel 1985 fece dono al Comune di Tricarico, città natale del poeta Rocco Scotellaro, di 26 fotografie che oggi costituiscono il primo e fondamentale nucleo di opere che saranno esposte nel museo delle arti figurative di quella cittadina.


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Cartier-Bresson è morto nel 2004  nella sua casa di famiglia in Provenza all’età di 95 anni. Aveva fatto in tempo a creare con la moglie Martine e la figlia Mélanie la Fondazione omonima che ha come scopo principale la raccolta delle sue opere e la creazione di uno spazio espositivo aperto ad altri artisti che venne riconosciuta di pubblica utilità dal governo francese.


Il poeta americano Ezra Pound - 1971

"Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale."


 India 1966 - Gujarat, Ahmedabad
donne che stendono i sahri al sole


"Per significare il mondo, bisogna sentirsi coinvolto in ciò che si inquadra nel mirino.
Questo atteggiamento esige concentrazione, sensibilità, senso geometrico. E’ attraverso un’economia di mezzi e soprattutto l’abnegazione di sé che si raggiunge la semplicità espressiva."
dietro la gare Saint Lazare - Parigi 1932 - (Magnum Photos)
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Immagine-icona di Cartier Bresson

"Fotografare è riconoscere in una frazione di secondo e nello stesso istante  un evento e il rigoroso assetto delle forme, percepite con lo sguardo, che esprimono e significano tale evento. E’ porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. E’ un modo di vivere."

Messico 1934





  
"La tecnica è importante solo se riesci a controllarla al fine di comunicare quello che vedi.
La tua personale tecnica devi trovarla e adattarla all’unico fine di rendere la tua visione evidente sulla pellicola. Ma solo il risultato conta, e la prova conclusiva è data dalla stampa fotografica, altrimenti non ci sarà limite agli scatti che, secondo i fotografi si avvicinerebbero a ciò che stavano per afferrare e che non è altro che la memoria nell'occhio della nostalgia.

Il tempo corre e fluisce e solo la nostra morte riesce ad afferrarlo.  La fotografia è una mannaia che coglie nell'eternità l'istante che l'ha abbagliata."
(Henri Cartier-Bresson)







Fonte e foto:
 Hachette/sole24ore
(mca ringrazia)

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