Pedro Salinas |
Non in palazzi di marmo
non in mesi, no, né in cifre.
Mai calpestando un suolo:
in lievi mondi fragili
abbiamo vissuto insieme.
Il tempo si misurava
a malapena in minuti.
Un minuto era un secolo,
una vita, un amore.
Ci riparavano tetti
meno che tetti, nubi
meno che nubi, cieli
meno ancora aria, nulla.
Attraversando mari
fatti di venti lacrime,
dieci tue e dieci mie,
approdavamo a granidorati di collana,
isole terse, deserte,
senza fiori e senza carne;
rifugio così minuto
in vetro, di un amore
che da solo bastava
all’amore più grande
e non chiedeva aiuto
né alle navi né al tempo.
Gallerie enormi
scavando
nei grani di sabbia,
scoprimmo miniere
di fiamme o d’imprevisti. E tutto,
appeso a quel filo, a sostenere chi?
Per ciò la nostra vita
non sembra vissuta:
è scivolata lieve
senza lasciarsi dietro
né impronte, né scie.
non guardare
dove sempre si cercano
le orme e il ricordo.
Non ti guardare l’anima
l’ombra, le labbra.
Guardati bene il palmo
della mano, vuoto.
La voce a te dovuta
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