L'opera, come la migliore arte contemporanea che sappia produrre discussione e dibattito ideologico, è intenzionalmente provocatoria, mette in discussione le certezze del nostro tempo, offrendosi come uno specchio, seppur incrinato, del nostro presente.
Dato il vespaio di polemiche sollevato, il Comune di Milano, preso in contropiede, ha già disposto che la scultura disdicevole venga prontamente rimossa da Piazza Affari il prossimo 3 ottobre.
Si tratterebbe senza equivoci di un provvedimento insopportabilmente reazionario rimuovere l'opera dal suo contesto originale: anche interpretando l'opera come un insulto, la finanza di questi tempi se lo sarebbe pienamente meritato.
Speriamo che qualche autorità, in vena di bagarre, all'ultimo momento si opponga ai benpensanti (Sgarbi, ma dove sei?); oppure potremmo auspicare qualche azione di resistenza passiva da parte di citoyens progressisti e battaglieri.
Si tratterebbe senza equivoci di un provvedimento insopportabilmente reazionario rimuovere l'opera dal suo contesto originale: anche interpretando l'opera come un insulto, la finanza di questi tempi se lo sarebbe pienamente meritato.
Speriamo che qualche autorità, in vena di bagarre, all'ultimo momento si opponga ai benpensanti (Sgarbi, ma dove sei?); oppure potremmo auspicare qualche azione di resistenza passiva da parte di citoyens progressisti e battaglieri.
Speranza ovviamente remota, considerato che la piazza, seppur bella, non gode di frequentazione o transito da parte di giovani avanguardie artistiche: non è un sito da cui si passi per caso, lì ci si va solo per i danè.
mca
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