Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

12.9.10

Barrios, Favelas, Slums



JR Art
Favela Morro da Providencia
Rio de Janeiro 2008
(ph. JR/AgenceVu'/Blobcg)

JR è un fotografo francese che lavora in diverse parti del mondo percorse da tensioni sociali, religiose e culturali. E’ conosciuto per i ritratti di persone di cui realizza gigantografie che incolla negli spazi pubblici. Il suo lavoro, performativo e situazionista, trasforma le fotografie in manifesti e utilizza le strade come vere e proprie gallerie fotografiche all’aperto, combinando arte e azione per catturare l’attenzione di chi solitamente non visita i musei.

L’obiettivo del fotografo ritrae gli abitanti di luoghi diversi attraversati da conflitti – banlieue parigine, Medio Oriente, slums africani, asiatici e sudamericani - distorcendone l’immagine stereotipata generalmente trasmessa dai media, per riflettere con ironia sulla loro identità e capacità di rappresentarsi, enfatizzandone i lati più espressivi e facendoli vibrare fino alla caricatura.


JR Art
Favela Morro da Providencia
Rio de Janeiro 2008
(ph. JR/AgenceVu'/Blobcg)
Circa un quarto della popolazione di Rio (dieci milione di abitanti) vive nelle favelas. Rispetto ad altre città del Brasile, le favelas di Rio sono situate non ai margini dell’area abitata ma nel centro della città; quasi ogni quartiere infatti ha una propria favela, spesso di antica fondazione (Morro de Providencia risale ai primi del Novecento).
Nel corso degli anni si sono susseguite una serie di politiche e strategie governative per risolvere la condizione di degrado che in genere caratterizza tali insediamenti informali; a partire dai violenti processi di demolizione e decentramento nei primi anni Sessanta, passando per le prime esperienze di Mutirao negli anni Ottanta, fino agli anni Novanta con più democratici interventi di integrazione, affiancati da sempre più frequenti ricerche ed esercitazioni di architetti, artisti ed università internazionali.
Una città pluralistica come Rio de Janeiro non può infatti essere considerata semplicemente come una zona divisa in due: le strade e le colline, la città legale e le favelas, la città dei ricchi e quella dei poveri. La molteplicità di questa metropoli non può accettare una semplificazione così eccessiva, richiede grande impegno a chi la voglia avvicinare e studiare seriamente. Nonostante la varietà e la quantità dei suoi problemi, per Rio, diversamente da altre megalopoli quali Nairobi, Caracas o Johannesburg, il compito potrebbe rivelarsi meno gravoso.
Si paragoni ad esempio la questione dell’emarginazione dei poveri e dei migranti nelle città degli Stati Uniti a quella degli abitanti delle favelas di Rio. Secondo l’antropologa Alba Zaluar, l’emergenza delle bande giovanili nei quartieri poveri degli Stati Uniti alla fine degli anni Venti, coincide con la nascita delle prime scuole di samba, dei gruppi del carnevale e delle squadre di calcio nei quartieri più colpiti dalla povertà di rio de Janeiro. A suo modo di vedere le differenze fra le due realtà sono ovvie: in America le bande esprimevano le proprie rivalità attraverso atti di violenza, un riflesso della segregazione razziale e della sovrapposizione di background etnico e questioni razziali e territoriali. L’etica carioca invece ha creato altre forme per esprimere la differenza fra i vari gruppi; anche se non ha eliminato completamente la violenza, a Rio la rivalità tra i quartieri poveri e le favelas ha avuto come esito le sfilate e i concorsi del carnevale e le competizioni sportive fra squadre locali. Questo dimostra l’importanza di queste feste come forma di confronto ma anche di convivialità, di spinta verso l’interazione, il senso di appartenenza, il mescolarsi e il dividersi come sorta di antidoto alla violenza, sempre presente, ma contenuta o trascesa nella festa.
il sogno di diventare un artista famoso o un idolo sportivo ha dato impulso alle ambizioni delle persone che vivono nelle zone di Rio sotto molti aspetti emarginate, ma mai veramente diventate i ghetti razziali o etnici che esistono negli Stati Uniti. Questo è il principio fondamentale del modo di vivere carioca, principio che deve essere mantenuto in ogni progetto economico, sociale o culturale.............

Fonte: Lotus international N. 143 di settembre 2010 “ Favelas, learning from”
saggio estratto dal volume Favela-Bairro: Rewriting the history of Rio 1993/2000 an urban upgrading initiative for Rio de Janeiro by Luiz Paulo Conde and Sergio Mugalhaes - Viver Cidades
(mca ringrazia)

JR Art
Favela Morro da Providencia
Rio de Janeiro 2008
(ph. JR/AgenceVu'/Blobcg)
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