Agota Kristof è morta.
1935 - 2011 (27 luglio) Nata in Ungheria, Agota Kristof ha abbandonato il suo Paese nel 1956 ed è emigrata in Svizzera |
Una grande letteratura, la sua, che nasce da esperienze forti, personaggi ispirati a persone reali, a lei stessa, ai suoi fratelli, come i gemelli della Trilogia della Città di K.
Una sostanza che non è fatta solo di parole. Secchezza essenziale della scrittura e radicalità delle azioni, tensione estrema del confronto, prodotti da un disagio e da una sofferenza che costringono ad interrogazioni fondamentali e non possono che registrare la crudeltà dell’esistenza.
*
“Ho sempre scritto e non potrei mai smettere di farlo del tutto. Ma negli ultimi anni ho cominciato a perderne la voglia, e poi penso che sia già stato detto tutto nei miei libri e che non avrei altro da aggiungere.”
*
Queste le parole di Kristof rilasciate durante un’intervista a “Lo straniero” nel 2008.
In un bellissimo racconto autobiografico, edito in lingua italiana da Casagrande, la scrittrice spiegò il suo rapporto difficile con la lingua francese appresa lavorando in fabbrica, lingua in cui con grande fatica arrivò a scrivere il suo capolavoro. Ma dopo cinque anni trascorsi nella Svizzera francese, continuava a non saperlo leggere: lei, che in Ungheria aveva iniziato a leggere dall'età di quattro anni,
era tornata improvvisamente analfabeta. E' la fatica di tutti i migranti del mondo che si trovano a vivere con una nuova lingua e a patire il senso di precarietà e insicurezza che la difficoltà comporta."C’est égal " (fa lo stesso) era la sua risposta ad ogni sollecitazione: era anche il titolo originario de La Vendetta, una raccolta di racconti che esprimono solitudini, alienazioni, fratture e perdite con i toni del grottesco e del surreale.
*
Indifferenza o fatalismo, determinati dal fatto che, per tanti dei massimi scrittori del ‘900 e a maggior ragione di oggi, i motivi di aver fiducia negli uomini e nella storia sono per la verità assai scarsi.
*
Il modo per ricordare questa scrittrice di poche e vere parole è citare una sua rara poesia pubblicata dalla rivista Viceversa della casa editrice elvetica Casagrande.
Nascere
Piangere poppare bere mangiare dormire avere paura
Amare
Giocare camminare parlare crescere ridere
Amare
Imparare scrivere leggere contare lottare mentire rubare uccidere
Amare
Pentirsi odiare scappare tornare ballare cantare sperare
Amare
Alzarsi coricarsi lavorare produrre innaffiare piantare mietere cucinare lavare stirare pulire partorire
Amare
Allevare educare curare punire baciare perdonare guarire angosciarsi attendere
Amare
Separarsi soffrire viaggiare dimenticare raggrinzarsi svuotarsi stancarsi
Morire.
Agota Kristof
Fonte:
Sole24Ore - Goffredo Fofi
(mca ringrazia)
Nessun commento:
Posta un commento