AUTORE Ishiguro, Kazuo
EDITORE Einaudi
ANNO PUBBLICAZIONE 2006
Una storia già definita “incubo postmoderno” che ci vuole mettere in guardia dagli sbocchi che la nostra civiltà sempre più fredda e calcolatrice va cercando nei progressi della scienza.
La storia inizia a svolgersi in un prestigioso collegio inglese, Hailsham, dove nulla manca della migliore tradizione scolastica britannica: metodi educativi impeccabili, istitutori preparati, attrezzature sportive e spazi comuni ben mantenuti, incoraggiamento a tutte le attività creative e libertà sufficiente perché i bambini non si sentano oppressi e crescano pacificamente in un regime di eguaglianza e democrazia.
La vita si svolge come in tutte le collettività scolastiche che si rispettino con le regole e la consuetudine che rispecchiano la normalità più assoluta. Fra lezioni, attività creative e sport all’aperto, i bambini crescono intrecciando le solite amicizie e rivalità, complotti e alleanze, senza che però venga mai a mancare uno spirito solidale di gruppo che li accompagnerà per tutto il periodo dell’internato.
Ma per quale ragione non rientrano mai a casa, nessuno mai viene a far loro visita se non, di tanto in tanto, una misteriosa signora francese, Madame appunto, come la chiamano loro, che ogni volta sceglie e si porta via i loro migliori disegni o altri lavori artistici per esporli, si suppone, in una fantomatica Galleria?
Chi sono realmente questi ragazzini? Rampolli di agiate famiglie messi in parcheggio in un ambiente privilegiato o solo poveri orfanelli pietosamente presi in cura dalle istituzioni?
Ben presto il lettore incomincerà a porsi questa domanda, la prima delle tante che andranno a seguire, giustamente dubbioso che le cose non stiano proprio come appaiono e che sotto l’apparente normalità si possa nascondere qualcosa di inquietante.
Il sospetto che progressivamente s’insinua nel lettore è trasmesso dagli stessi studenti, prima fra tutti Kathy, la voce narrante, che si fa interprete anche dei dubbi dei compagni con i quali parlotta in segreto, facendo congetture sui possibili concreti significati di termini quali “donatori” e “assistenti” che gli insegnanti pronunciano in modo sibillino ogni volta che i ragazzi rivolgono loro domande dirette sulle loro vite e i loro destini.
Ma persino le domande che i ragazzi possono fare in questa circostanza sono limitate, non avendo essi mai conosciuto altra realtà se non quella circoscritta all’istituto.
Passano gli anni e, usciti dal college, gli studenti di Hailsham si disperdono, smistati a piccoli gruppi in altre comunità tipo casa-famiglia dove sono presi in custodia da studenti più anziani, congedati prima di loro da altri istituti similari sparsi per la Gran Bretagna.
Tre di loro, Tommy e Ruth, nonché la stessa Kathy, si ritrovano insieme ospitati nello stesso Cottage, dove, in attesa di essere avviati alle donazioni o ai corsi d’assistenza, viene loro concesso di familiarizzare con il mondo esterno e di adattarsi a uno stile di vita più reale rispetto a quello del collegio da cui non si erano mai allontanati.
Ancora ignari delle loro origini e incerti sul destino che li sta attendendo, ma ognuno a modo suo deciso almeno a ritardarne l’ineluttabile compimento, i tre amici si godono un periodo sabbatico apparentemente idilliaco, dando origine ad un triangolo amoroso, nel quale Kathy avrà però la peggio e da cui sarà costretta a fuggire. Ormai trentenne e divenuta “assistente” da parecchi anni, Kathy ci narrerà nei dettagli la loro storia sentimentale, e l’evolversi dei loro percorsi, fino al compimento del ciclo esistenziale dei suoi due compagni “donatori” e prima di ritrovarsi a sua volta inesorabilmente “donatrice”.
Un romanzo inquietante che ci mette di fronte ad ipotetici progetti che il lettore percepisce come non così lontani dal poter essere realizzati davvero. E’ un avvertimento, una messa in guardia da ciò a cui potrebbero condurre le spietate esigenze individualistiche dell’ essere umano.
EDITORE Einaudi
ANNO PUBBLICAZIONE 2006
Una storia già definita “incubo postmoderno” che ci vuole mettere in guardia dagli sbocchi che la nostra civiltà sempre più fredda e calcolatrice va cercando nei progressi della scienza.
La storia inizia a svolgersi in un prestigioso collegio inglese, Hailsham, dove nulla manca della migliore tradizione scolastica britannica: metodi educativi impeccabili, istitutori preparati, attrezzature sportive e spazi comuni ben mantenuti, incoraggiamento a tutte le attività creative e libertà sufficiente perché i bambini non si sentano oppressi e crescano pacificamente in un regime di eguaglianza e democrazia.
La vita si svolge come in tutte le collettività scolastiche che si rispettino con le regole e la consuetudine che rispecchiano la normalità più assoluta. Fra lezioni, attività creative e sport all’aperto, i bambini crescono intrecciando le solite amicizie e rivalità, complotti e alleanze, senza che però venga mai a mancare uno spirito solidale di gruppo che li accompagnerà per tutto il periodo dell’internato.
Ma per quale ragione non rientrano mai a casa, nessuno mai viene a far loro visita se non, di tanto in tanto, una misteriosa signora francese, Madame appunto, come la chiamano loro, che ogni volta sceglie e si porta via i loro migliori disegni o altri lavori artistici per esporli, si suppone, in una fantomatica Galleria?
Chi sono realmente questi ragazzini? Rampolli di agiate famiglie messi in parcheggio in un ambiente privilegiato o solo poveri orfanelli pietosamente presi in cura dalle istituzioni?
Ben presto il lettore incomincerà a porsi questa domanda, la prima delle tante che andranno a seguire, giustamente dubbioso che le cose non stiano proprio come appaiono e che sotto l’apparente normalità si possa nascondere qualcosa di inquietante.
Il sospetto che progressivamente s’insinua nel lettore è trasmesso dagli stessi studenti, prima fra tutti Kathy, la voce narrante, che si fa interprete anche dei dubbi dei compagni con i quali parlotta in segreto, facendo congetture sui possibili concreti significati di termini quali “donatori” e “assistenti” che gli insegnanti pronunciano in modo sibillino ogni volta che i ragazzi rivolgono loro domande dirette sulle loro vite e i loro destini.
Ma persino le domande che i ragazzi possono fare in questa circostanza sono limitate, non avendo essi mai conosciuto altra realtà se non quella circoscritta all’istituto.
Passano gli anni e, usciti dal college, gli studenti di Hailsham si disperdono, smistati a piccoli gruppi in altre comunità tipo casa-famiglia dove sono presi in custodia da studenti più anziani, congedati prima di loro da altri istituti similari sparsi per la Gran Bretagna.
Tre di loro, Tommy e Ruth, nonché la stessa Kathy, si ritrovano insieme ospitati nello stesso Cottage, dove, in attesa di essere avviati alle donazioni o ai corsi d’assistenza, viene loro concesso di familiarizzare con il mondo esterno e di adattarsi a uno stile di vita più reale rispetto a quello del collegio da cui non si erano mai allontanati.
Ancora ignari delle loro origini e incerti sul destino che li sta attendendo, ma ognuno a modo suo deciso almeno a ritardarne l’ineluttabile compimento, i tre amici si godono un periodo sabbatico apparentemente idilliaco, dando origine ad un triangolo amoroso, nel quale Kathy avrà però la peggio e da cui sarà costretta a fuggire. Ormai trentenne e divenuta “assistente” da parecchi anni, Kathy ci narrerà nei dettagli la loro storia sentimentale, e l’evolversi dei loro percorsi, fino al compimento del ciclo esistenziale dei suoi due compagni “donatori” e prima di ritrovarsi a sua volta inesorabilmente “donatrice”.
Un romanzo inquietante che ci mette di fronte ad ipotetici progetti che il lettore percepisce come non così lontani dal poter essere realizzati davvero. E’ un avvertimento, una messa in guardia da ciò a cui potrebbero condurre le spietate esigenze individualistiche dell’ essere umano.
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