Ecco l’ultima eccezionale trovata al vaglio della direzione tecnica del comune:
"Il salotto dei milanesi forse verrà riscaldato."
Un vecchio progetto rimasto fino ad oggi accantonato (e buone ragioni ci saranno pur state). Prevederebbe un impianto di riscaldamento realizzato con serpentine che scorrano al di sotto della splendida pavimentazione in mosaico.
Il lavoro verrebbe effettuato in concomitanza di altri interventi di make-up già previsti, e necessari, pare, per avere una Galleria tirata a lucido prima delle prossime elezioni comunali. (E chi ci va più alle urne?)
La Galleria è considerata una sorta di salotto buono di rappresentanza (più per tramandata tradizione che per la fruizione di oggi), il bel palcoscenico che cela un backstage impresentabile.
Il lavoro verrebbe effettuato in concomitanza di altri interventi di make-up già previsti, e necessari, pare, per avere una Galleria tirata a lucido prima delle prossime elezioni comunali. (E chi ci va più alle urne?)
La Galleria è considerata una sorta di salotto buono di rappresentanza (più per tramandata tradizione che per la fruizione di oggi), il bel palcoscenico che cela un backstage impresentabile.
Da qui a dire che sia il salotto dei milanesi, ci corre. Il termine è ormai desueto e poi di quali milanesi si parlerebbe? I milanesi doc non la frequentano, la usano prevalentemente come arteria di collegamento pedonale fra il Duomo e La Scala. Le uniche direzioni consigliate agli sguardi erranti sono in alto o verso terra: e allora non si può non rimanere attoniti da tanta bellezza.
Dopo quello spettacolo, meglio non indugiare sulla zona intermedia. Se si entra un attimo da Ricordi, Feltrinelli e Rizzoli, subito dopo l'acquisto è meglio sgommare. C'è sempre una gran confusione e i prezzi sono inabbordabili.
Forse si parla di altri milanesi, quelli nullafacenti che vanno a sgranchirsi le gambe a due passi da palazzo Marino? La signora Moratti può essere che ci vada ad approvvigionare il proprio guardaroba, sempre ben fornito e molto chic, in quei pochi negozi griffati, improponibili alle altre milanesi "normali” (normali è da ritenersi come accezione sostitutiva di "comuni" , termine che in questo contesto, non so perchè, non mi va di usare).
Dopo quello spettacolo, meglio non indugiare sulla zona intermedia. Se si entra un attimo da Ricordi, Feltrinelli e Rizzoli, subito dopo l'acquisto è meglio sgommare. C'è sempre una gran confusione e i prezzi sono inabbordabili.
Forse si parla di altri milanesi, quelli nullafacenti che vanno a sgranchirsi le gambe a due passi da palazzo Marino? La signora Moratti può essere che ci vada ad approvvigionare il proprio guardaroba, sempre ben fornito e molto chic, in quei pochi negozi griffati, improponibili alle altre milanesi "normali” (normali è da ritenersi come accezione sostitutiva di "comuni" , termine che in questo contesto, non so perchè, non mi va di usare).
L'unico vantaggio che ci potrei vedere, in un tale progetto, è che il primo cittadino e la sua ampia corte, non perderebbero preziosi minuti ad infilarsi sciarpa e guanti, cappotto o pelliccia, quando dovessero andare a fare un po' di shopping o bersi un cappuccino, perchè non servirebbero, sono lì a due passi, due di numero.
Un trattamento mirato (ad personam come si usa dire oggi) che però mi sento di giustificare: vuoi mettere la comodità? e vuoi mettere il risparmio di tempo pubblico profumatamente retribuito?
Ho sempre pensato che il concetto di salotto buono in cui fare accomodare i visitatori, consentendo di tenere tutte le altre porte chiuse, equivalga alla logica di facciata tipicamente borghese che per esempio vuole a milano, per deplorevole contrasto e stupido vanto, l'albero di natale più bello e più alto d’Europa, non importa se è un abete centenario sradicato senza pietà dai boschi tirolesi e trasportato sui TIR dolorosamente smembrato, per essere poi riassemblato e decorato con preziosi cristalli Swarovsky di orribile gusto kitsch! Un triste cadavere rivestito di lustrini che finirà nell'inceneritore non appena concluse le feste. Viene da piangere solamete a pensarci.
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Un trattamento mirato (ad personam come si usa dire oggi) che però mi sento di giustificare: vuoi mettere la comodità? e vuoi mettere il risparmio di tempo pubblico profumatamente retribuito?
Ho sempre pensato che il concetto di salotto buono in cui fare accomodare i visitatori, consentendo di tenere tutte le altre porte chiuse, equivalga alla logica di facciata tipicamente borghese che per esempio vuole a milano, per deplorevole contrasto e stupido vanto, l'albero di natale più bello e più alto d’Europa, non importa se è un abete centenario sradicato senza pietà dai boschi tirolesi e trasportato sui TIR dolorosamente smembrato, per essere poi riassemblato e decorato con preziosi cristalli Swarovsky di orribile gusto kitsch! Un triste cadavere rivestito di lustrini che finirà nell'inceneritore non appena concluse le feste. Viene da piangere solamete a pensarci.
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“ Scusi, signora Letizia, lo so che la mia opinione non è richiesta, ma nel caso la città si dovesse trovare con improbabili surplus di cassa, potrei segnalare diverse alternative su come impiegare il denaro dei suoi Contribuenti, con esiti di maggiore soddisfazione per i milanesi tutti.
Recepito che le faccia schifo lo spettacolo della pletora di extracomunitari e clandestini/ delinquenti riversata nelle nostre strade, chiedo: se lo fa mai un giretto per le altre vie della sua città? Ah sì, forse... mentre se ne sta blandamente adagiata sui sedili della sua auto blu guidata dallo chauffeur, che avrà di sicuro la sensibilità di evitare buche e sconnessi, per non traumatizzarle i delicati lombi e le nobili vertebre.
Allora, vediamo... ha per caso mai provato a farsi una passeggiata a piedi quando piove, e gli unici cittadini che sembrano contenti sono quelli a bordo dei SUV? Vabbè.
Il salotto di milano bello e impossibile
(Image by Fil.ippo)
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La Galleria è ottagonale, per chi non lo ricordasse, aperta su quattro lati; anche negli inverni più rigidi, essendo tutti intabarrati, non si patisce il freddo, poichè oltre al calore umano, l'ambiente si giova delle emissioni tiepide che defluiscono dalle porte lasciate spalancate dai negozianti per stemperare il soffoco prodotto dagli impianti di riscaldamento interni ai palazzi, che viaggiano sempre a pieno regime, (non rispettando certo i 20 gradi raccomandati - e poi ci si lamenta dell’inquinamento). Che cosa se ne vuole fare dunque, del salotto di milano, una sauna forse? La gente dovrà togliersi il cappotto per atto di solidarietà verso il primo cittadino o restare coperta e sudare rischiando di prendersi una bronchite per gli sbalzi di temperatura?
Personalmente è solo per recarmi alla libreria Rizzoli che ci passo, trattandosi del tragitto più breve per chi proviene come me dalla via Torino, e non ha tempo da perdere. Trovo scocciante districarmi nell’affollamento provocato dai perdigiorno che girovagano senza meta, guardandosi attorno con aria malintenzionata, di chi invece procede indaffarato e insofferente, zigzagando fra i turisti disorientati o cercando di far breccia sulle barriere di studenti che, sfrattati dalla gelmini, pellegrinano come cani sciolti fra megastore e fastfood, con pochi soldi in saccoccia e un mucchio di parolacce strette nell’epiglottide.
Ma per favore non parliamo più di salotto dei milanesi, che quelli se ne stanno da tutt'altra parte, occupati a produrre, mentre in Comune si disserta oziosamente su nuovi sprechi; il salotto se lo ritrovano a casa propria la sera, quando ci rientrano esausti per i disagi e le frustrazioni che la vita meneghina generosamente elargisce.”
Notizia sconcertante, ma speriamo si tratti dell'ennesima bufala.
Immagini: ALTRE QUISQUIGLIE DA SISTEMARE A MILANO:
Darsena dei Navigli
Rotonda della Besana (1713-1725)
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