"Piacere è probabilmente il miglior modo di possedere, possedere dev’essere il peggior modo di piacere”.
da “Il racconto dell’isola sconosciuta”
*
"Non è la dimensione del vaso che importa, ma quello che ognuno di noi riesce a mettervi, anche se dovrà traboccare e andare perduto".
*
"Forse solo il silenzio esiste davvero".
*
"Il viaggio non finisce mai, solo i viaggiatori finiscono".
Josè Saramago
Era stata grande la sofferenza in quell’interminabile giorno che tutti dicevano – domani non può essere peggio, e tuttavia sapevano che sarebbe stato mille volte peggio. Pensavano alla strada che declinava verso valle, quelle curve strette, quelle discese spaventose, quelle pendici erte che scendevano quasi a picco sulla strada. Come faremo a passare, mormoravano fra sé e sé.
Non ci fu giornata più calda quell’estate, la terra sembrava un braciere, il sole un aculeo conficcato nelle spalle.
Gli acquaioli correvano lungo tutta la fila portando orci d’acqua sulle spalle; andavano a prenderla ai pozzi di quei paraggi, nelle terre basse, a volte molto lontano, e dovevano arrampicarsi sulla montagna per sentieri appena tracciati, per riempire i barili: i lavori forzati non possono essere peggio di così. Mentre venivano staccati i buoi e condotti in uno slargo, abbastanza lontani per non intralciare la manovra, ma sufficientemente vicini per essere riportati senza indugio se la manovra stessa lo avesse richiesto, gli uomini, sparpagliati sulla cresta del monte al torrido sole, guardavano la vallata tranquilla, gli orti, le ombre fresche, le case che sembravano irreali tanto acuta era l’impressione di calma che da esse irradiava.
Avranno pensato a questo o forse no? Può darsi solo a questa semplice cosa: se faccio tanto di ritrovarmi laggiù, non mi parrà vero.
Come andò, lo dicano altri che ne sanno di più. Seicento uomini aggrappati disperatamente alle dodici funi fissate sulla parte posteriore della piattaforma; seicento uomini che sentivano, con il tempo e lo sforzo, andarsene pian piano la tensione dei muscoli, seicento uomini che erano seicento paure di essere. Che cosa è un uomo se è solo la forza che ha, quando non è altro che la paura che non basti questa forza per trattenere il mostro che implacabilmente lo trascina, e tutto per una pietra che non ci sarebbe bisogno che fosse così grande: con tre o dieci più piccole si farebbe lo stesso l’altare, solo che non avremmo l’orgoglio di poter dire a sua Maestà– E’ una pietra sola!
Gli acquaioli correvano lungo tutta la fila portando orci d’acqua sulle spalle; andavano a prenderla ai pozzi di quei paraggi, nelle terre basse, a volte molto lontano, e dovevano arrampicarsi sulla montagna per sentieri appena tracciati, per riempire i barili: i lavori forzati non possono essere peggio di così. Mentre venivano staccati i buoi e condotti in uno slargo, abbastanza lontani per non intralciare la manovra, ma sufficientemente vicini per essere riportati senza indugio se la manovra stessa lo avesse richiesto, gli uomini, sparpagliati sulla cresta del monte al torrido sole, guardavano la vallata tranquilla, gli orti, le ombre fresche, le case che sembravano irreali tanto acuta era l’impressione di calma che da esse irradiava.
Avranno pensato a questo o forse no? Può darsi solo a questa semplice cosa: se faccio tanto di ritrovarmi laggiù, non mi parrà vero.
Come andò, lo dicano altri che ne sanno di più. Seicento uomini aggrappati disperatamente alle dodici funi fissate sulla parte posteriore della piattaforma; seicento uomini che sentivano, con il tempo e lo sforzo, andarsene pian piano la tensione dei muscoli, seicento uomini che erano seicento paure di essere. Che cosa è un uomo se è solo la forza che ha, quando non è altro che la paura che non basti questa forza per trattenere il mostro che implacabilmente lo trascina, e tutto per una pietra che non ci sarebbe bisogno che fosse così grande: con tre o dieci più piccole si farebbe lo stesso l’altare, solo che non avremmo l’orgoglio di poter dire a sua Maestà– E’ una pietra sola!
E’ per via di questo ed altri sciocchi orgogli che si va disseminando il ludibrio generale, con le sue forme nazionali e private, come l’affermazione dei compendi e delle storie: la costruzione del convento si deve al re Giovanni V per un voto fatto se gli fosse nato un figlio. Qui ci sono seicento uomini che non hanno fatto fare nessun figlio alla regina e sono loro a pagare il conto.
-Che si attacchino!- Con licenza per l’anacronistica espressione.
Se la strada scendesse dritta, tutto si ridurrebbe ad un gioco alternato, un gioco magari divertente, lasciar andare e trattenere quest’aquilone di pietra, dargli filo e riavvolgerlo, lasciarlo scivolare finchè l’accelerazione non diventi indomabile, frenarlo in tempo perché non precipiti nella vallata, sfracellando gli uomini che non ossero riusciti a scansarsi, ma c’è l’incubo delle curve.
Se la strada scendesse dritta, tutto si ridurrebbe ad un gioco alternato, un gioco magari divertente, lasciar andare e trattenere quest’aquilone di pietra, dargli filo e riavvolgerlo, lasciarlo scivolare finchè l’accelerazione non diventi indomabile, frenarlo in tempo perché non precipiti nella vallata, sfracellando gli uomini che non ossero riusciti a scansarsi, ma c’è l’incubo delle curve.
Finché la strada era piana si erano utilizzati i buoi, come è stato spiegato, tirando alcuni di fianco la parte anteriore del carro, finché riuscivano ad allinearlo con la retta, breve o lunga , in cui la curva si prolungava. Era solo un lavoro di pazienza, che era diventato un’abitudine, tante volte lo avevano ripetuto, attaccare, staccare, attaccare, la fatica più grande era per i buoi, gli uomini facevano poco più che gridare. Ora griderebbero di disperazione davanti alla diabolica combinazione di curva e pendio che dovranno vincere tante volte, ma gridare, in questo caso, sarebbe sprecare fiato, che già non è molto.
Si studi piuttosto un sistema che funzioni, lasciamo le guida per quando potranno essere di conforto.
Il carro scende giù giù fino all’imbocco della curva, quanto più possibile accostato alla parte interna, ma il cuneo non deve essere tanto solido da bloccare da solo tutto il carro, né tanto fragile da farsi schiacciare dal peso.
Se pensate che la cosa non sia di suprema difficoltà è perché non avete portato questa pietra da Pero Pinheiro fino a Mafra e vi avete assistito seduti, o vi limitate a guardare da lontano, dal luogo e dal tempo di questa pagina.
.
Josè Saramago
da Memoriale del Convento
*****
Datemi una barca, disse
E voi a che scopo volete una barca, si può sapere
Per andare alla ricerca dell'isola sconosciuta, rispose l'uomo, Che isola sconosciuta, domandò il re con un sorriso malcelato, quasi avesse davanti a sé un matto da legare, di quelli che hanno la mania delle navigazioni, e che non è bene contrariare fin da subito, L'isola sconosciuta, ripeté l'uomo, Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono più. Chi ve l'ha detto, re, che isole sconosciute non ce ne sono più, Sono tutte sulle carte, Sulle carte geografiche ci sono soltanto le isole conosciute, E qual è quest'isola sconosciuta di cui volete andare in cerca, Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta, Da chi ne avete sentito parlare, domandò il re, ora più serio, Da nessuno, In tal caso, perchè vi ostinate ad affermare che esiste, Semplicemente perché è impossibile che non esista un'isola sconosciuta, E siete venuto qui a chiedermi una barca, Sì, sono venuto qui a chiedervi una barca, E chi siete voi, perché io ve la dia, E chi siete voi, per non darmela, Sono il re di questo regno, e le barche del regno mi appartengono tutte, Piuttosto appartenete voi a loro e non loro a voi, Che volete dire, Senza le barche, non siete nulla, e che loro senza di voi, potranno sempre navigare...
.
.....
.
Da quando il viaggio verso l'isola sconosciuta è cominciato non si è ancora visto l'uomo al timone mangiare, dev'essere perché sta sognando, sta solo sognando, e se nel sogno gli venisse voglia di un pezzo di pane o di una mela, sarebbe pura invenzione, niente di piú.
.
Josè Saramago
da "Il Racconto dell'Isola Sconosciuta"
.
Image: Lisboa by Fabricio Guerrini
..
Un grande uomo e scrittore se n'è andato.A quel livello il ricambio è difficile e perciò siamo impoveriti. Hai fatto bene a ricordarlo qui. Grazie per la foto, una delle mie preferite. Ciao, Fabricio
RispondiElimina