COROT E L’ARTE MODERNA
Verona, Palazzo della Gran Guardia – fino al 7 marzo 2010
Verona, Palazzo della Gran Guardia – fino al 7 marzo 2010
Roma- 1826-1827
Con la partnership del Museo del Louvre, che per la circostanza ha prestato numerose tele della propria collezione, questa esposizione c’introduce all’arte di Jean-Baptiste Camille Corot (1796-1875), paesaggista francese e maestro dell’arte figurativa, attivo anche in Italia nei numerosi viaggi di studio a Roma e Napoli, di cui ha lasciato superbe opere a testimonianza.
Con le sue osservazioni approfondite sul ruolo della luce e la modulazione di spazi e volumi, e per il suo senso della sintesi, Corot pare aver gettato il seme che andrà a sbocciare nell’impressionismo pochi anni più avanti.
Il suo sforzo di collegare teorie classiche a tecniche più innovative getta un ponte verso la modernità.
L’intenzione prevalente della mostra è appunto di promuovere in Corot il ruolo di “ traghettatore” e “anticipatore di splendide conseguenze”.
Certo è che da quel punto in poi, l’arte pittorica francese non sarà più la stessa di prima, e prenderà distanza dai canoni di perfezione dei grandi paesaggisti che, con Nicolas Poussin e Claude de Lorraine, avevano ormai raggiunto un’eccellenza insuperabile.
Corot, considerato l’ultimo dei classici, è qui collocato in una posizione intermedia nell’arte francese: da una parte degnissimo erede dei suoi grandi predecessori e dall’altra precursore di Cézanne e persino ispiratore di Picasso e Braque, avendogli più di un critico attribuito un ruolo anche nell’avvento dell’astrattismo.
Dal punto di vista di un profano fruitore dell’arte, quest’ultimo suggerimento può sembrare un po’ arduo da accettare d'emblée, una rivelazione che ci coglie impreparati e impone ulteriori riflessioni…
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Le pont de Mantes 1868-1870L’esposizione, oltre alla formidabile collezione di Corot, conta svariate opere di Poussin, De Lorraine, De Valenciennes, Monet, Decamps, Césanne, Sisley, Signac, Braque, Mondrian, Guardi e anche un Matisse e due nudi di Picasso.
Se passate da Verona, non va persa.
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olio su cartoncino 1860-1865
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