Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

13.4.11

PIANURA PADANA: I PRATI CHE NON CI SONO PIU'




Grigna e luci della Valpadana - fotografo Marco Milani



Banalità, bruttezza, mancanza di qualsiasi valore estetico, nessun progetto geografico, carenza di elementi di equilibrio:  negli ultimi 20 anni la nostra pianura Padana è diventata espressione della rapacità nell’uso rapido di una risorsa ormai esclusivamente concepita per fabbricare denari, dando così origine a dei non luoghi che probabilmente non riusciranno nemmeno a sopravvivere a se stessi avendo comunque sacrificato per sempre la produttività dei nostri suoli migliori.

dalle voci di
Luca Mercalli - Climatologo
Edoardo Salzano - Urbanista




segui il capitolo 2 sul link http://www.ilsuolominacciato.it/




MANTOVA


Città della lombardia situata nella bassa pianura padana, sulla riva a destra del fiume Mincio.

Centro di una zona a economia quasi esclusivamente agricola, oltre ad essere il principale centro commerciale della provincia, Mantova è sede di alcune industrie laterizie, alimentari e chimico-agricole, e di altre minori a carattere artigiano (ceramiche , pianoforti ).

La provincia di Mantova si estende nella parte Sud-Orientale della bassa pianura lombarda ed è divisa dal po in due parti; la parte cispadana è attraversata dal Mincio, mentre la Secchia bagna la sezione transpadana.

A nord il territorio della provincia comprende le ondulazioni dell'anfiteatro morenicoche chiude a mezzogiorno il lagiìo di Garda .

Attività agricole: nella zona collinare più settentrionale, vite e gelso; nella pianura, cereali, prati, gelsi e barbabietole.Di rilevante importanza l'allevamento.

Le industrie consistono principalmente nella lavorazione dei prodotti agricoli (mulini, zuccherifici, salumifici, industria casearia); mentre il sottosuolo offre ghiaie, torba, calce: materiali che alimentano l'industria dei laterzi.


La fondazione della colonia di Cremona, nel 218 a.C., primo insediamento romano a nord del fiume Po, si inserì come un cuneo tra le aree di influenza delle due popolazioni celtiche, permettendo ai nuovi arrivati - formalmente alleàti con i Cenomani - di conquistare progressivamente il territorio.

L'ager cremonensis era compreso tra i fiumi Po, Adda ed Oglio, fino all'attuale abitato di Trigolo. La parte orientale della Provincia appartenne invece probabilmente al territorio di Bergamo.
CREMONA
Una svolta nella storia politico-amministrativa del territorio si ebbe nell'alto Medioevo con l'invasione longobarda dell'Italia settentrionale: dopo la conquista di Cremona, nel 603 d.C., il territorio fu suddiviso tra i ducati longobardi di Bergamo, Brescia, Piacenza, il Gastaldato di Sospiro (Cremona) ed il governo vescovile nella città stessa.
Tra il X e l'XI secolo la città di Cremona accrebbe il proprio potere: Matilde di Canossa donò al libero Comune l'Insula Fulcheria (ossia il Cremasco), mentre i vescovi della città ottennero importanti concessioni economiche dall'Imperatore. 
Nel XIV secolo il Comune di Cremona raggiunse la sua massima estensione, oltrepassando i confini dell'antico ager romano e addirittura dell'odierna Provincia.




VIGEVANO- LA PIAZZA


VIGEVANO - CASTELLO

La grandiosità di questa piazza fu voluta da Ludovico il Moro nel 1494, che desiderava un nobile ingresso per il suo Castello, eletto a residenza estiva degli Sforza.

Per ristrutturare il Castello, uno dei più grandi d'Europa, Ludovico chiamò artisti d'eccezione, come Leonardo da Vinci e il Bramante, a cui si deve la costruzione dell'imponente Torre.

Interessante anche la Chiesa di San Bernardo, eretta fuori le mura, e rimaneggiata fra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento. Anticamente a lato della chiesa era collocato il patibolo. Curioso è invece il Museo della Calzatura, dove si ripercorre l'antica vocazione di Vigevano.

La Sforzesca, a pochi chilometri da Vigevano è un meraviglioso esempio di architettura rurale, posta su un terrazzo naturale affacciato sul Fiume Ticino.


REGGIO EMILIA Piazza Prampolini, nota come "Piazza grande",
è la piazza principale della città su cui si affacciano
il pregevole Battistero romanico, il Palazzo Vescovile,
la Cattedrale, il Palazzo Comunale.

Situata lungo la Via Emilia e capoluogo dell'omonima provincia, Reggio Emilia (Regium Lepidi) divenne nel II sec. a.C.   importante centro urbano romano con un'intensa vita commerciale.
Nel corso dell'XI secolo il territorio reggiano rappresentò il fulcro della contea di Matilde di Canossa. Comune schierato con Milano contro Federico Barbarossa, fu poi agitato dalle lotte tra fazioni interne, e cadde sotto diversi dominatori, tra cui Estensi, Gonzaga e Visconti. Dopo un breve periodo romano, condivise il destino estense prima di Ferrara e poi di Modena, dando tra l'altro i natali a Ludovico Ariosto.
Reggio Emilia è nota anche per aver dato i natali al tricolore, la bandiera nazionale, apparsa qui per la prima volta
durante l'occupazione Napoleonica.



San Colombano al Lambro - circa 15 km da Lodi 

Il nome del centro urbano che sorge sui colli banini si deve al monaco irlandese che durante il suo apostolato convertì le popolazioni barbare che abitavano il territorio padano, nel VI secolo d.C.
In epoca romana queste terre furono teatro di grandi battaglie, prima fra tutte lo scontro del Ticino, dove nel 217 a.C. le armate cartaginesi di Annibale inflissero una pesante sconfitta alla potenza di Roma. L’edificazione del castello risale ai primi anni del XII secolo, ed è opera di Federico I di Svevia, conosciuto come “Barbarossa”.
In realtà si parla di una riedificazione, in quanto l’imperatore, riconoscendo in queste terre la grande posizione strategica, che domina sia la valle del Po che del Lambro, costruì la sua fortezza sulle fondamenta di un’altra roccaforte preesistente, appartenente alla signoria milanese, che egli stesso, a fini di conquista, aveva distrutto.
Nei secoli successivi il castello assunse il valore di dimora, e passò di casata in casata, tra cui quella dei Visconti, durante il quale il celebre poeta Francesco Petrarca fu gradito ospite del conte Giovanni, degli Sforza e della famiglia Belgioioso, la quale conservò il dominio sulla costruzione fino alla prima metà del XX secolo.



IL FIUME TICINO
Il Parco Lombardo del Ticino, primo parco regionale d’Italia, nacque nel 1974 per difendere il fiume e i numerosi ambienti naturali della Valle del Ticino dagli attacchi dell’industrializzazione e di un’urbanizzazione sempre più invasiva, cercando di applicare un sistema di protezione differenziata alle aree naturali, agricole e urbane.





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