e quasi ti addolori del passato
e temi anche il futuro,
ecco senti due mani
leggere che ti cingono la fronte
e parole e sorrisi odi, improvvisi,
che non udisti mai così soavi.
Sbigottito ti volgi: luce e aria
null'altro ti circonda, sei solo;
ma da un albero cade lieve un fiore,
il primo fiore della primavera,
che di nascosto il vento
gitta ai tuoi piedi, muto ambasciatore
della nuova stagione.
A quella vista senti
che l'erba cresce e la neve si scioglie,
da ogni cicatrice spunta un'ala
col fremito d'un fiore sullo stelo.
Scompare ogni tua doglia,
anche il tuo cuor si spietra
e nel futuro hai fede, e nel passato.
Nicola Moscardelli (1894 - 1943)
Michele Cascella 1911 - Pastello su cartoncino Paesaggio abruzzese con mandorlo, pastore e gregge |
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