Eheeee, magari!
Invece, per farci un dispetto, li accoppia.
Soltanto una " i " di più, ed eccoti raddoppiata la sciagura. *
Sono già sveglia da un paio d'ore che ho trascorso a letto leggendo, e adesso sento l'urgenza di un bel caffè.
Nessuno che me lo porga già bell'e pronto (il bar più prossimo dista 400 mt.), così mi alzo e lo preparo da me.
Accendo il fornello con una mano e manovro il telecomando con l'altra, alla ricerca di notizie fresche.
Mi interessa anche il meteo perchè oggi minaccia pioggia, e non sia mai che io mi sciupi la capigliatura per la trascuratezza imperdonabile di lasciare l'ombrello a casa tant'è che qualcuno mi ha ironicamente soprannominata Mary Poppins, perchè anche quando il tempo è incerto l'ombrello per sicurezza me lo porto: è magico, come quello di MP, perchè basta pigiare un bottone e in uno scatto si apre subito come un paracadute, che se non stai attenta ti solleva in aria, ma una volta chiuso diventa piccolissimo e può stare discretamente sepolto nel pozzo di san patrizio della mia borsetta.
Otto in punto: sigla del notiziario, non svelerò quale per non sembrare persecutoria.
Ma non mi si dica che ce l’ho su coi giornalisti televisivi per partito preso.. Saranno loro ad avercela con me, piuttosto.
Va bene tutto, ma che un Tg delle 8,00 - con i disastri che abbiamo da elaborare - si debba aprire, dilungandosi per un quarto d'ora, sull' anteprima delle favolose nozze di Will e Kate, a me non sembra un fatto normale. Diciamo che non ritengo normale chiunque abbia redatto il notiziario con questa priorità, né la giornalista responsabile di leggerlo tal quale. Può darsi che abbia anche ricevuto la scaletta direttamente dalle mani del suo capo, ma, senza arrivare al punto di baciargliele, avrebbe almeno potuto dirgli picche e fare opposizione passiva. Sapeste quante beate volte, anche per meno, la sottoscritta si è ribellata al proprio (di capo) facendo scattare il prevedibile fulmineo lincenziamento!
<<<---capo che ci prova a negare una verità inoppugnabile
Fosse stata meno superficiale, avrebbe fatto contestazione per rispetto verso se stessa, se non altro, o almeno per un formale riguardo alla deontologia. Ma lo sapranno, almeno, cos'è la deontologia i telegiornalisti ?...boh.., anche loro dovrebbero averne una, magari tacita, sotto forma di coscienza del proprio ruolo e di scrupolo verso il servizio che si deve rendere agli altri.
E invece no, eccola lì, bella giuliva e sorridente, sovreccitata neanche fosse lei la sposa.
Forse sono io ad esagerare, come al solito: quella neanche è detto che sia giornalista. Giovane, carina e probabilmente raccomandata; che necessità c'è in Itaglia per le donne di essere anche qualificate, di adempiere ad una missione o semplicemente apparire intelligenti? Per chi e per cosa? Qui da noi chisssssenefrega della professionalità, qui basta essere "professioniste" tout court.
Le donne che trionfano sono quelle belle, impunite, possibilmente ignoranti e bisognose di essere salvate dal trottoir (ultimamente pure mute), le altre sono solo scassapalle da trattare come rosibindi.
Ma poi, fatemi capire: questi Will e Kate sono per caso nostri cugini?
Impera il vezzo nei mass media, oltre a spettacolarizzare qualsiasi evento, di chiamare tutti i protagonisti per nome, come la colf di famiglia.
A me pare molto sguaiato e irrispettoso... eh sì, sono all' antica! ma non mi preoccupo, le mode cambiano velocemente e farò in tempo a sentirmi di nuovo à la page prima o poi. (speriamo)
Nozze del secolo, le stanno chiamando. Ma sto' secolo non è mica appena cominciato? Oppure già pensano alla fine del mondo prevista il prossimo maggio, o , volendo essere più ottimisti, a quella del 2012?
Forse dicono così perchè sanno già che per un secolo ci martelleranno le palle prima con l' evento e poi con la curiosità morbosa e la maldicenza verso i due poveracci.
Finito con Diana hanno cominciato il linciaggio con Camilla, ora è il turno di Kate, chi sarà la prossima che vorranno uccidere?
Mi verso il caffè bollente che stempero con latte di mandorla.
Vorrei sapere a chi caspita freghi qualcosa, a parte i due miliardi di individui che assisteranno in diretta incollati agli schermi di mezzo mondo, che gli sposini vadano all'altare in carrozza o limousine blindata, quali vipS faranno la loro apparizione fra le navate di Westminster, come sarà il colorito della Regina e di quanti piani la turrita torta nuziale che taglieranno (ce ne fosse almeno una fetta per tutti...)
Tuffo francescanamente un savoiardo nell'amaro caffé macchiato.
Visto che la gente, incapace di vivere una vita propria, non ha niente di meglio da fare che starsene incollata davanti ai televisori, che sia usato un po’ di rispetto almeno nel dare priorità alle notizie.
E' anche questo un modo tacito di formare le coscienze dei popoli.
Afferro il telecomando, lo punto contro il TV come un'arma, miro bene e gli tolgo la parola prima che riesca a proseguire con ulteriori stucchevoli sciocchezze.
E loro ci raccontano la storia di Cenerentola, ci hanno preso tutti per stupidi, pazzesco!
Brucia ammettere che l’Italia è in guerra.
Ma lo è, mannaggia: SIAMO IN GUERRA senza bisogno che Benito si sia affacciato al balcone per darne l'annuncio, noi siamo tutti complici e ora le nostre mani grondano sangue.
Spezzeremo le reni a Gheddafi, come 60 anni fa eravamo decisi a spezzarle alla Grecia? A casa in mutande ci hanno rimandato, allora!
Secondo voi questa notizia è da mettere in coda alle nozze del secolo? Vergogna.
Ho girato su RaiNews, evitando la BBC per ovvi motivi.
Alabama, già provata dal disastro ambientale di un anno fa, massacrata dai tornado, centinaia i morti accertati
Strage in Marocco, 17 arrostiti, forse c'entra al qaeda
Altri massacri in Siria con ancora morti a centinaia
Vittime civili in Libia che non si contano più
Popolazioni in fuga da un intero continente, tzunami umanoDuecento nuovi sbarchi a Lampedusa: più ne spedisci via più ne arrivano, un nuovo genere di replicanti
Disastro nucleare di cui neppure s'immaginano le possibili conseguenze, non resta che preparare i sacchi neri
La nostra costituzione che se ne sta andando a marengo.
Nozze del secolo celebrate a Londra
Risciacquo la tazzina con la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Intanto rifletto, parrà strano.
Dovremmo tutti difenderla la nostra costituzione: ma la conosciamo almeno un po'?
Come mai non viene esposta nelle aule scolastiche a par condicio col Crocefisso?
Perchè non ne è previsto l'insegnamento già dalle classi elementari come avviene per la religione (cattolica)?
Stasera giuro faccio un post con gli articoli della costituzione, così se il blog contava due frequentatori, ne resterà uno solo, quello che non sa l'italiano, ovviamente e guarda solo le figure. haahahaha
Ma dai, leggiamocela sta benedetta Costituzione (non è poi così noiosa come potremmo temere) e diffondiamola, come un tempo facevano i predicatori col vangelo.
E soprattutto pretendiamo, da coloro che pretendono di governarci, che in primis la conoscano a menadito e che siano anche i primi a rispettarla. Se no fora di ball.
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Articolo 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Articolo 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Articolo 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Articolo 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Articolo 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Articolo 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.