Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

30.11.10


DANIEL RICHTER


Daniel Richter è nato in Germania nel 1962.
Inizia la sua carriera progettando manifesti di concerti, T-shirt e copertine di album.
I suoi lavori sono quotati oggi fra i diecimila e i cinquecentomila euro.
Suo record d'asta 608,00 euro a New York da Sotheby's nel 2007 .


D.P.II, 2007-2008,  olio su tela
Negli anni '90 sceglie un linguaggio figurativo, mixando le radici culturali tedesche a immagini e temi attinti dalla società contemporanea, con scene di impostazione teatrale, sia per la composizione, sia per i costumi e le maschere dei protagonisti, simili ad attori in clima carnevalesco.



Daniel Richter 2001


Richter è tra gli artisti tedeschi più noti nel campo internazionale, conosciuto per le sue tele di grande formato e dai colori accesi, a tratti psichedelici.
Predilige le tonalità acide e i giochi di luce che evocano una dimensione surreale, con atmosfere enigmatiche, a volte pervase di violenza.

 

Suden - olio su tela 2002


Nel 2007, davanti al Centre Pompidou a Parigi, Richter per un giorno si finse artista di strada, offrendo un ritratto per 5 euro ai passsanti, ignari del valore dell'opera offerta.
Riuscì a venderne solo una decina ed alcuni acquirenti, rimasti insoddisfatti del lavoro, l'hanno appallottolato e gettato via.
Chi ha pane, non ha denti...si dice.
Così oggi non possono nemmeno mordersi le mani per il dispetto e ciao.


28.11.10

TRILOGIA DELLA CITTA' DI K    
Kristof Agota - ed. Einaudi




Agota Kristof (1935) è ungherese. 

Nel 1956, all'intervento dell' Armata Rossa per soffocare la rivoluzione scoppiata dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria,  la Kristof, appena ventenne, senza nemmeno un addio alla famiglia, fugge dapprima in Austria, e in seguito, scortata dagli spalloni, varca i confini della Svizzera con il proprio compagno e una bambina di pochi mesi.

Trascorre un lungo periodo come clandestina, senza conoscere una parola di Francese, culturalmente isolata e perseguitata dalla paura di essere denunciata all’Ufficio immigrazione elvetico, di venire arrestata  e separata da sua figlia.

Oggi è naturalizzata svizzera, vive a Neuchatel, dove scrive i suoi libri proprio nella lingua in cui non era in grado d'esprimersi prima dell'integrazione, durante gli anni cupi dell'isolamento, lingua che ha poi studiato, iscrivendosi a un corso serale per stranieri. La trasmigrazione linguistica, con le difficoltà ad essa connesse, sembra stare proprio alla radice della sua prosa sintetica,  lapidaria, fulminea,  ed avere contribuito all'originalità di uno stile  che ha reso la sua scrittura un modello nuovo nel panorama letterario.

Raggiunse il successo internazionale nel 1987, con la pubblicazione di Le Grand Cahier , eletto Livre Européen, che, assieme a La Preuve e Le Troisieme Mensonge, andrà a confluire nella Trilogia della città di K, oggi stampato in oltre trenta paesi.
La scrittrice non ha fatto mai più ritorno al suo paese d'origine.


La vita è di una inutilità totale, è nonsenso, sofferenza infinita,
invenzione di un Non-Dio
dotato di una malvagità che supera l'immaginazione

 
Questo è un libro che legge il diavolo nei suoi rari momenti di pausa: legge e si piega in due dal ridere, ride finchè non sente i crampi alla pancia.
Un libro in tre cantiche, tutte e tre intitolate " inferno".

- La depravazione è sopravvivenza e il bene è fallimento - come sembra dimostrato dal principio su cui si è basato  l'intero processo evolutivo della razza umana. La terra è solo una colonia penale per tutti i dannati che hanno il torto di nascere.

- E' l'incubo degli uomini e delle donne davanti all'ineluttabilità del tradimento, della corruzione, della follia, della malvagità, dell'ingiustizia, l'inutilità di qualsiasi supplica, il gelo invincibile e lo sconforto infinito dinnanzi al trionfo continuo del male, senza che nessun dio vi si opponga mai.
Se non rimarrete stravolti da questa storia, vorrà dire che avete collaborato a scriverla.

- Sono frecce al curaro sparate a raffica. Ovunque vi nasconderete, riusciranno a raggiungervi e, se non vi faranno schiattare, allora è segno che siete immortali.

Se darete inizio alla lettura e vi lascerete tirar dentro al racconto, agghiacciante o sublime che possiate trovarlo, "lasciate ogni speranza o voi che entrate..."

Scrivendo, Agota Kristof si pone a una distanza stellare dalle vicende narrate.
Non sperate mai in un contatto, neanche fortuito: lei è più lontana di dio stesso.
E voi quaggiù,  leggendo,  sarete soli con voi stessi.      mca
*****/*****

27.11.10

ALGUNA VEZ

« Perdóname por ir así buscándote

tan torpemente, dentro de ti.

Perdóname el dolor alguna vez. »

Pedro Salinas





perdona il mio modo così estenuante
di venirti a cercare dentro di te.
perdonami certe volte il dolore...
**
                                                                               (traduzione mca)
 
IMAGE BY
SALVATORE TRUPIANO

*

26.11.10

AVANT-DIRE

Penche-toi
et perce la lisse surface


Oranges
bleus
gris
vermillons
glissent et nagent
mes poèmes


Tout autour de ma pensée
virevoltent
les poissons verts

Soupault




Chìnati e fendi
la liscia superfice,

arancioni grige
blu e vermiglie
guizzano e nuotano
le mie poesie.

Piroettano verdi pesci
tutt' intorno ai miei pensieri.

(traduzione mca)




Philippe Soupault
scrittore francese (Parigi, 1897-1990) Si avvicinò al movimento dadaista nel 1917, l'anno stesso della pubblicazione della raccolta poetica Aquarium e dell'incontro con A. Breton e L.Aragon, fondatori insieme a lui del movimento surrealista.

*


25.11.10


PEr LE dONnE
Le ArMI PIù PeRIcOLoSE
resTAno seMpRE gLI UoMIn
di PiCcOLo CaLiBrO.

picasso - femme qui pleure
Una donna uccisa ogni 8 minuti nel mondo, una ogni 3 giorni in Italia. Luogo del delitto 7 volte su 10 è fra le mura di casa. Il 63% di chi uccide è marito, partner, convivente, familiare.

*

21.11.10

HE NO... LE VOLPI NON SI TOCCANO!

LA VENDETTA DEI VENETI

L'ultima novità è che la regione Veneto ha previsto un piano di abbattimento delle volpi ritenute colpevoli dell'erosione degli argini dei corsi d'acqua recentemente straripati.
Ancora una volta l'uomo incolpa la natura di disastri di cui sa benissimo d'essere l'unico responsabile.



Ecco l'articolo del 18/11/2010 tratto dal Corriere della Sera



VENETO LA SCOPERTA IN PROVINCIA DI PADOVA DOPO GLI ALLAGAMENTI. «CREANO GALLERIE E INDEBOLISCONO LE SPONDE DEI FIUMI»



Alluvione, gli argini erosi dalle volpi. Piano per abbatterle.


Ora anche le volpi ci si mettono a far danni sugli argini dei fiumi veneti, così da indebolirli favorendo gli straripamenti. Succede nel comune di Saletto, area della Bassa Padovana, dove scorre il fiume Frassine. Un corso d' acqua che nasce dalle Dolomiti e lungo il suo cammino cambia nome: Agno, Guà e Frassine. Quindi, affluisce nel canale Gorzone, che finisce nel Brenta. Quello delle volpi (e forse anche dei tassi) che scavano le tane a distanza ravvicinata è un problema, al momento circoscritto. Più grave, infatti, in Veneto, è la situazione relativa all' invasione delle nutrie («Sfuggite agli allevamenti impiantati negli anni Settanta, quando andavano di moda le pellicce di castorino», fa notare Fabrizio Stelluto, portavoce dei Consorzi di Bonifica) che erodono la terra, facendo crollare improvvisamente gli argini. «Il rischio volpi si è evidenziato in questi giorni - spiega Barbara Degani, presidente della Provincia di Padova - quando gli uomini del Genio Civile, dopo l' alluvione, ripulendo le campagne attorno al Frassine, si sono accorti della presenza di tracce riconducibili alle tane di questi animali selvatici il cui habitat - aggiunge - si trova solitamente in luoghi boscosi e a una certa altitudine. È presumibile, dunque, che le volpi, nelle nostre campagne, siano arrivate scendendo dai Colli Euganei e Berici». Comunque sia, gli animali hanno trovato il modo di erodere il terreno nei pressi degli argini, determinando un ulteriore elemento di squilibrio. Adriano Scapolo, comandante della Polizia provinciale di Padova, che ha seguito da vicino la questione, osserva: «All' epoca in cui l' agricoltura era un' attività fiorente, pensavano i contadini a falciare l' erba e a tenere puliti gli argini. In altre parole, non venivano create le condizioni favorevoli. Adesso, invece, le volpi riescono ad avventurarsi fino a pochi metri dalle rive. E poiché scavano gallerie con più uscite, riducono gli argini a un groviera». La situazione è tale che sono state ottenute deroghe per eseguire interventi anche in zone di ripopolamento e di cattura. Fino all' abbattimento degli animali. «Il lavoro più incisivo - racconta Scapolo - è comunque quello degli interventi sulle tane, in modo da contenere la presenza delle volpi stesse. Al riguardo, abbiamo stilato un Protocollo d' intesa con le associazioni ambientaliste, affinché venga fatto un monitoraggio (che prevede anche la cattura) rispettoso e compatibile». Marisa Fumagalli




*

C'E' SILENZIO LASSU'

"Autenticità è affondare le mani nella terra."



GERBRAND BAKKER
nato nel 1962 a Wieringerwaard (Olanda)
C'è silenzio lassù è il suo primo romanzo premiato
con il Gouden Ezelsoor, tradotto in dieci paesi
e in via di riduzione cinematografica.   


Lassù, poco più a Nord di Amsterdam, a poche bracciate dall’isola di Texel, la terra è piatta come la vita di chi la abita.
Ci abita Helmer, in una solitaria fattoria affacciata su uno dei tanti canali. Helmer è un uomo di mezza età, inaridito dagli avvenimenti, ama la scrittura e forse gli sarebbe piaciuto diventare un poeta.
Nel lontano 1967, tutti i giorni Helmer inforcava la sua bici e pedalava fino ad Amsterdam, per andare a seguire le lezioni di letteratura all’università.
Oggi si alza alle cinque di mattina, scende nella stalla, munge le vacche, dà da mangiare a asini e manze, conta pecore e agnelli, pulisce il letame e osserva il traffico volatile in cielo.
Non ha un televisore, non fuma, mangia quello che capita e non va mai in nessun posto, ad eccezione del mulino Bosman per girare le pale.
Ne ha piene le scatole di quella vita: pensa troppo spesso al suo gemello Henk - loro due facevano un corpo solo - finito annegato in un canale a 19 anni per colpa di una spregiudicata ragazza che, oltre ad averlo fatto innamorare, stava portandoglielo via un pezzo al giorno.


Perché vedo sempre
ogni volta che chiudo gli occhi
a letto o nei miei pensieri
i tuoi capelli, il tuo naso, il tuo petto?


A volte vedo me stesso
in uno specchio o in un vetro
subito dopo aver visto te:
l’altra metà del mio corpo.


Anche se sei giovane e bello,
penso di somigliarti,
il mio naso e il petto e i capelli
sono del tutto identici ai tuoi.


Un desiderio,
una ricerca dell’intero.

Helmer ormai ha più di cinquant’anni e nessun affetto su cui contare; non ha avuto tempo di costruirsene o forse non ci è predisposto: vive isolato nella casa rurale con l'anziano genitore relegato in un letto al piano di sopra, padre autoritario che lui detesta, che non gli ha mai fatto una carezza, non l’ha mai capito e, se vogliamo dirla tutta, gli ha rovinato la vita, forzandolo, alla morte del fratello, ad abbandonare gli studi per mettersi al lavoro nella fattoria, facendo di lui un contadino costretto a occuparsi di faccende per cui non sente alcuna inclinazione.
Helmer vive solo con una metà di sé ora, l’altra è anestetizzata o morta, forse svanita per sempre insieme a Henk.


fattoria olandese - Piet Mondrian



*
Notevole è la tensione vissuta dall’io narrante, tra nostalgia di un’eterna appartenenza al proprio gemello – la metà di uno stesso essere – e l’esigenza di sentirsi finalmente "qualcuno", un intero, esperienza che ha potuto provare una sola volta nella vita e si è subito interrotta.

Ma, a dispetto della solitudine spaventosa che prova dentro, qualcuno c’è che sa riconoscere la sua individualità e saprà restituirgliela. Una sorpresa per Helmer, perchè non era fra quelli da cui aspettarsi qualcosa.

Pochi i fatti che accadono in questa narrazione che assomiglia più che altro a un diario.
E'un confronto continuo del protagonista con se stesso, il racconto del suo rapporto con la natura e gli animali, quasi più assiduo e profondo di quello che riesce ad avere con le persone.
Una ricchezza di atmosfere che sembrano contare più della trama stessa:
- L’osservazione del tempo meteorologico che declina le stagioni, l’assuefazione al silenzio rivitalizzato da piccoli rumori subito dissolti, come uno squillo di telefono, il fruscio di una bicicletta che passa sfrecciando lungo la strada, il brontolio sommesso degli animali.
-  Una solitudine interrotta solo da rapidi passaggi terrestri, aerei od acquatici.
- Minuziose descrizioni di gesti minimi che scandiscono le ore e i pensieri della quotidianità e le lentezze legate alla semplicità della vita contadina.
Qualcuno potrebbe temere di annoiarsi, ma non è capitato a me.

Struttura scarna, prosa lenta, ma costruita con un piacevole linguaggio diversamente essenziale, che purtroppo, nella parte finale, perde la sua primitiva efficacia e fluidità: non si capisce se dovuto alla traduzione manchevole o ad una sorta di stanchezza emersa in corso d’opera.

Fatto sta che l’epilogo appare un po’ sbrigato via, sicuramente non adeguato alle attese prodotte, e penalizza il risultato dell’intero lavoro. Non va certo dimenticato che è un'opera prima.
Peccato però!    mca
***/*****

20.11.10

I BAMBINI, FACCIAMOLI SOGNARE

OGGI, GIORNATA MONDIALE DELL'INFANZIA...


Le favole, dove stanno?
Ce n’è una in ogni cosa:
nel legno, nel tavolino,
nel bicchiere, nella rosa.

La favola sta lì dentro
da tanto tempo e non parla:
è una bella addormentata
e bisogna svegliarla.

Ma se un principe o un poeta
a baciarla non verrà
un bimbo la sua favola
invano aspetterà.

                                                                                                           GIANNI RODARI
 
*
*

19.11.10

NOVEMBRE




"Il design è fatto delle intuizioni di grandi sognatori."





"Il fiore è un’astrazione simbolica, un ideale di bellezza declinabile in forme e colori.
Il fiore, in equilibrio tra la potenzialità del seme e la compiutezza dell’albero, è il canto seducente del richiamo amoroso, l’attimo fuggente della perfezione estetica.
E i petali, come strati di profondità attraverso cui raggiungere l’ambito nettare, sono complici dispensatori di polline per rituali riproduttivi
sperimentati."




                                                                                                                http://www.novembre.it/

Mostra monografica Triennale 2009

Fabio Novembre è nato a Lecce nel 1966, si è laureato in architettura a Milano e ha studiato cinema a New York. Nel 1994 gli viene commissionato il suo primo lavoro di architettura a Hong Kong e apre lo studio a Milano. I suoi progetti e gli oggetti disegnati per le maggiori aziende di design sono tra le immagini più pubblicate degli ultimi anni. A Milano, prima il Comune nel 2008 alla Rotonda della Besana e poi alla Triennale nel 2009 gli hanno dedicato due importanti mostre monografiche. Sul suo sito ha creato un blog sulle relazioni e le connessioni fra le immagini.

Quello che si dice di lui:
« Fabio Novembre dimostra che l’architettura può, anzi dovrebbe sempre, partire dalle proprie passioni, dalla propria storia, dalla propria vita, dai propri tic, dai propri respiri, dai propri amori, dai propri amici, dai propri paesi, dai propri simboli, dai propri film, dai propri libri e dai propri tatuaggi, perfino. Il mondo di Fabio Novembre è fatto di coraggio e di sogni. Armato del primo, e guidato dai secondi, Novembre è quotidianamente teso a reinventarsi, mettendosi ogni volta in discussione, tentando sempre, e doverosamente, di lavorare con l’impossibile. Ricordandosi che, come i grandi artisti devono precedere il gusto del loro pubblico e non seguirlo, un progettista DOC non può ripetersi all’infinito. E così, solo così, può spingere la sua azione verso il record, sfidando ed evitando il corto circuito. Perché solo chi osa può andare oltre. »



(Beppe Finessi, Insegna anche a me la libertà delle rondini.)




Him and Her chair

Quello che lui dice di Milano:
Io non sono nato a Milano. Non mi piace il localismo lumbard. Non tifo Inter o Milan. Non mangio il panettone. Non sopporto la nebbia. Credo di essere un tipico milanese.
La mia Milano è una città fatta di persone. I luoghi, anche quelli che faccio io stesso, sono scenografie.
Come molti, ci ero venuto soltanto per studiare architettura o forse soltanto per stemperare l’indolenza meridionale nel tanto sbandierato efficientismo meneghino. Fatto sta che adesso le mie sporadiche sortite nei luoghi natali sono sempre motivo di lamentele per i disservizi e il malfunzionamento delle strutture.
Una città che ha immolato sull’altare dell’efficienza una buona fetta di qualità della vita pubblica, una città ritrosa, che non si lascia cogliere al primo sguardo distratto, ma che riserva ai suoi amanti scorci di rara bellezza, nascosti da grigie facciate inespressive.

- 100 piazze - Palmanova -
Ha preso le piazze del nostro bel paese, le nostre agorà, luoghi dove è accaduto tutto della nostra storia, trasformandole in luoghi in cui appoggiare i bicchieri o il caffè per i nostri ospiti, ha tolto l'innocenza facendole d'argento: piccoli gioielli per adulti.







17.11.10

GOD SAVE ITALIA


A.KIEFER (1945)

Incolperà l'uomo sempre gli dèi
sebbene da se stesso i mali fabbrica?       
De' mali suoi a lor dà cargo,
e la stoltezza sua chiama destino.





ANSELM KIEFER 1999
 *
*

13.11.10

QUANT'E' BELLA GENTILEZZA

il 13 novembre 1998 si svolse a Tokyo, il primo congresso del World Kindness Movement.
Scrive la rivista Psychologies, che partecipa alla campagna gentile: " in una società sempre più aggressiva e competitiva, la gentilezza può essere scambiata per debolezza; in realtà è una forza potente, rivoluzionaria, che può cambiare il mondo".

Se  pensate che il mondo sia oramai orientato alla disumanizzazione, vuol dire che avvertite anche voi il bisogno di gentilezza, prima di tutto verso voi stessi, poi verso gli altri e il pianeta intero.



Essere gentili significa essere rispettosi nei confronti di tutto quello che ci circonda: persone, animali, ambiente.

Facciamo tramontare l’era dell’aggressività e del ciascuno per sé.

Essere gentili attiva anche un processo di miglioramento nell’esistenza di tutti.

La gentilezza è segnale  di forza interiore e una forma alta di intelligenza.

Non aspettiamo di correre quando ci sono le emergenze: la gentilezza si manifesta principalmente nelle piccole cose e contribuisce ad innescare grandi cambiamenti.

Chi sta avanti l’ha già capito e già sta affrontando la vita con più dolcezza, più comprensione e più attenzione verso gli altri.

La gentilezza è un’attitudine e come tale si può apprendere ed insegnare.

E' facilmente contagiosa, quindi il buon esempio può valere più di qualsiasi lezione o regola.



Ronnie Cutrone - Artista della Pop Art americana - New York 1948

DECALOGO DELLE PERSONE GENTILI


- Noi regaliamo un sorriso non solo quando stiamo chiedendo un favore ma ancor più quando lo stiamo facendo.
- Non manchiamo di sottolineare il nostro apprezzamento a quelle persone che svolgono in modo efficiente il loro lavoro.

- Non alziamo i toni nemmeno quando discutiamo e anche se non siamo d’accordo con l'interlocutore evitiamo di farlo sentire un perfetto idiota.
- Se qualcuno cerca di passarci avanti in coda, lo informiamo pacatamente che la fila sta dietro di noi.

- Offriamo un’assistenza valida a chi si è perso o chiede un’indicazione, anche se ciò può costarci parecchi minuti del nostro prezioso tempo, e ancor di più se si tratta di uno straniero.

- Guardiamo negli occhi gli anziani, i reietti, gli sfortunati per toglierli dalla loro invisibilità e scaldar loro un po’ il cuore.

- Scherziamo bonariamente con i ragazzi che hanno atteggiamenti sfrontati o villani, li distraiamo con qualche domanda estemporanea, tipo " scusa sai mica dove si prende il 12?" Di solito, sentendosi messi sul nostro stesso piano, cambiano velocemente atteggiamento.

- Porgiamo il buongiorno arrivando al lavoro,  e salutiamo sempre gli astanti quando entriamo in un negozio, in una sala d’attesa, in banca, alla biglietteria ecc.
- In prossimità delle strisce pedonali deceleriamo con anticipo di modo che i passanti capiscano le nostre intenzioni.
- Non accettare mai provocazioni è invece una gentilezza che facciamo prima di tutto a noi stessi.
                                  

                                                                                           *
*
E chi più ne ha, più ne metta............

12.11.10

KKK





da PauL KleE
e
frieDricH  NieTzscHe

(elaborazione mca)
 
*

6.11.10

il profumo del fiore sentilo dentro

Heroic Roses


by Paul Klee



queste rose sono il mio impegno per te
che passi da qui anche senza lasciare un segno.

il loro eroismo è nel miracolo di non  appassire
e il profumo...
sentilo dentro.
                                                              mca 6-11-2010


*
*

4.11.10

L'ARTE E' UN DONO DEI POCHI AI MOLTI


L'arte è un dono, dei pochi ai molti,
di coloro che sanno e che hanno
a coloro che non sanno e che non hanno.
                                                                 (Amedeo Modigliani)


“La bella Romana” 1917
sold at  $ 68.900.000,00 at Sotheby's, NY



Questo dipinto e' il più significativo nudo artistico di Modigliani e, secondo gli specialisti di Sotheby's, uno dei maggiori nudi femminili della storia dell'arte insieme a ''La nascita di Venere'' di Sandro Botticelli (1445-1510), ''Venere e Cupido'' di Diego Velazquez (1599-1660) e "Olympia" di Edouard Manet (1832-1883).

5 collezionisti si sono contesi l'opera in una gara al rialzo che è durata non più di cinque minuti.

Va detto che Modigliani non fu mai ricco e seppure in vita riuscì a vendere numerose sue opere, non fu certo per cifre importanti e comunque dilapidò sempre  rapidamente in droghe e alcool qualsiasi somma guadagnata.
Morì di meningite tubercolotica all'Ospedale de la Charité a Parigi il 24 gennaio 1920 a soli 35 anni, lasciando una figlioletta di nemmeno due anni e la giovane compagna e modella Jeanne Hébuterne, in attesa del loro secondogenito.
Jeanne, appena più che ventenne e già al nono mese di gravidanza, fu condotta in preda alla disperazione a casa dei genitori, ma il giorno seguente ai funerali di Modì si lanciò da una finestra del quinto piano, ponendo fine alla propria vita e a quella del nascituro.
La figlia piccola fu portata in Toscana e affidata alla zia.

Modì era un aristocratico. L'intera sua opera ne è la testimonianza più possente. Grossonalità, banalità, volgarità ne restano escluse, niente appare più puro della morbidezza delle sue figure. La sua morte ha concluso un'epoca di raffinata eleganza a Montparnasse.

E' sepolto nel cimitero di Père Lachaise a Parigi.


            
                Modì 1918 a Parigi

Jeanne Hébuterne

*
*


2.11.10

CHIAMIAMO LE COSE COL LORO NOME



Ad un certo punto ho dovuto rassegnarmi e cambiare macchina.
non è da me, io alle cose mi ci affeziono
sostituisco l'auto solo quando me la rubano
finchè va, la tengo
mica devo dimostrare niente
questa qui me l'avevano già portata via più volte: una Ford 1600 station wagon verde bottiglia metallizzato, servosterzo, cerchi in lega, alzavetri elettrico, aria condizionata, carrozzata Bertone dava la polvere alle giovincelle
guardate che fierezza!
un solo vizio: beveva.
Ma nessuno è perfetto
spariva per qualche tempo e poi si faceva ritrovare,  magari un po' sinistrata
proprio quando iniziavo a rassegnarmi chiamavano i vigili: abbiamo recuperato la sua auto si trova al deposito tale se la vada a prendere
dopo un'orcaeva e molte amorevoli cure ogni volta tornava più bella di prima.
cominciava a costarmi un po' cara, ma andava da dio...
ci potevo caricare mezza casa
se avessi avuto due alani ci sarebbero stati comodamente anche loro.


***
Però lo stesso ho dovuto cambiarla
negli ultimi tempi mi dava  filo da torcere
le inventava tutte per non partire
un giorno la batteria scarica
un altro niente benzina
un altro ancora gomma a terra
e un altro la cinghia di trasmissione
insomma non capivo cosa cavolo le prendesse sempre
aveva l'aria un po' depressa a dire il vero
le chiedevo dimmi cos'hai e lei niente
su dimmi cos'hai... niente!
ma alla fine la verità è saltata fuori
era stata offesa nella sua dignità
non voleva più farsi vedere in giro
perchè tutti le davano della zoccola!
ma vaa cosa dici che tutti ti danno della zoccola sei diventata matta?!
ti dico di sììì... tutti dicono che sono una ESCORT


così, solo per pietà, l' ho portata a rottamare

amen...

*

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