Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

19.11.10

NOVEMBRE




"Il design è fatto delle intuizioni di grandi sognatori."





"Il fiore è un’astrazione simbolica, un ideale di bellezza declinabile in forme e colori.
Il fiore, in equilibrio tra la potenzialità del seme e la compiutezza dell’albero, è il canto seducente del richiamo amoroso, l’attimo fuggente della perfezione estetica.
E i petali, come strati di profondità attraverso cui raggiungere l’ambito nettare, sono complici dispensatori di polline per rituali riproduttivi
sperimentati."




                                                                                                                http://www.novembre.it/

Mostra monografica Triennale 2009

Fabio Novembre è nato a Lecce nel 1966, si è laureato in architettura a Milano e ha studiato cinema a New York. Nel 1994 gli viene commissionato il suo primo lavoro di architettura a Hong Kong e apre lo studio a Milano. I suoi progetti e gli oggetti disegnati per le maggiori aziende di design sono tra le immagini più pubblicate degli ultimi anni. A Milano, prima il Comune nel 2008 alla Rotonda della Besana e poi alla Triennale nel 2009 gli hanno dedicato due importanti mostre monografiche. Sul suo sito ha creato un blog sulle relazioni e le connessioni fra le immagini.

Quello che si dice di lui:
« Fabio Novembre dimostra che l’architettura può, anzi dovrebbe sempre, partire dalle proprie passioni, dalla propria storia, dalla propria vita, dai propri tic, dai propri respiri, dai propri amori, dai propri amici, dai propri paesi, dai propri simboli, dai propri film, dai propri libri e dai propri tatuaggi, perfino. Il mondo di Fabio Novembre è fatto di coraggio e di sogni. Armato del primo, e guidato dai secondi, Novembre è quotidianamente teso a reinventarsi, mettendosi ogni volta in discussione, tentando sempre, e doverosamente, di lavorare con l’impossibile. Ricordandosi che, come i grandi artisti devono precedere il gusto del loro pubblico e non seguirlo, un progettista DOC non può ripetersi all’infinito. E così, solo così, può spingere la sua azione verso il record, sfidando ed evitando il corto circuito. Perché solo chi osa può andare oltre. »



(Beppe Finessi, Insegna anche a me la libertà delle rondini.)




Him and Her chair

Quello che lui dice di Milano:
Io non sono nato a Milano. Non mi piace il localismo lumbard. Non tifo Inter o Milan. Non mangio il panettone. Non sopporto la nebbia. Credo di essere un tipico milanese.
La mia Milano è una città fatta di persone. I luoghi, anche quelli che faccio io stesso, sono scenografie.
Come molti, ci ero venuto soltanto per studiare architettura o forse soltanto per stemperare l’indolenza meridionale nel tanto sbandierato efficientismo meneghino. Fatto sta che adesso le mie sporadiche sortite nei luoghi natali sono sempre motivo di lamentele per i disservizi e il malfunzionamento delle strutture.
Una città che ha immolato sull’altare dell’efficienza una buona fetta di qualità della vita pubblica, una città ritrosa, che non si lascia cogliere al primo sguardo distratto, ma che riserva ai suoi amanti scorci di rara bellezza, nascosti da grigie facciate inespressive.

- 100 piazze - Palmanova -
Ha preso le piazze del nostro bel paese, le nostre agorà, luoghi dove è accaduto tutto della nostra storia, trasformandole in luoghi in cui appoggiare i bicchieri o il caffè per i nostri ospiti, ha tolto l'innocenza facendole d'argento: piccoli gioielli per adulti.







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