Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

16.10.09

GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

I soliti bla bla.
Intanto un miliardo (1.000.000.000) di persone nel mondo patisce quotidianamente la fame. Gente con un padre e una madre anche loro, mica extraterrestri, che respira la nostra stessa aria, è illuminata dallo stesso sole, osserva la stessa luna nello stesso nostro cielo. Noi dobbiamo sì accettare le denunce sulla situazione della terra e correre ai ripari, apportando dei correttivi a breve termine, ma dobbiamo anche rivedere tutto il nostro stile di vita individuale.
Mentre questi sfortunati, il cui unico torto è stato quello di nascere dalla parte sbagliata del pianeta, premono con sempre più forza ai cancelli dell’occidente, noi, nelle nostre eleganti cucine progettate dagli architetti, gettiamo con noncuranza le eccedenze e gli scarti della nostra iperalimentazione e poi corriamo in palestra per smaltire il soprappeso accumulato.
Buona parte di ciò che mangiamo non è necessario all’economia vitale degli organismi sedentari del terzo millennio.



Ad esclusione di certa manovalanza alla cui vigorosa avvenenza voglio qui rendere merito, il resto della popolazione maschile, appena superata una certa età, fa fatica a contenere pinguedine e prominenze dell'apparato digestivo.
Perché allora non cominciare a smaltire le calorie eccedenti zappettando piuttosto un campicello tutto proprio?
Le amministrazioni cittadine danno in usufrutto, a chi voglia coltivarli, dei piccoli appezzamenti di demanio comunale per farne orticelli casalinghi, tenerci qualche gallina per l’ovetto fresco di giornata, coltivare erbette aromatiche che insaporiscano le pietanze senza ricorrere all'abuso di condimenti grassi.
Una ricetta di salute per pensionati, un invito a chi può, ha voglia e tempo, di far ritorno alla terra.
Basta! languire per ore in ozi demotivati per poi passare dal medico a farsi prescrivere il medicinale per la circolazione e l’insonnia.
Chi non può, tenga almeno presente che molti cibi di cui ci si nutre con disinvoltura non soltanto non sono necessari, ma possono rivelarsi addirittura nocivi: farine raffinate, zucchero bianco, i grassi emulsionati e tutti i prodotti che dal processo industriale subiscono il depauperamento delle loro fibre naturali.
Per fare un altro clamoroso esempio: il latte, che travestito da alimento sano e innocuo può invece sviluppare allergie che si manifestano in modo occulto, anche attraverso disturbi inspiegabili. Non solo l’individuo adulto non ha più gli enzimi per poterlo digerire ma contiene ormoni che assunti in alta dose non vanno bene neanche per l’età della crescita.
Neppure la carne è un alimento da assumersi quotidianamente, perché tossica per l’organismo: è solo un’illusione che dia energia, favorisce invece l' aggressività.
E basta con le batterie di animali prigionieri, ammassati crudelmente dentro a gabbie claustrofobiche, la cui crescita viene forzata con mangimi innaturali studiati appositamente per accelerarne lo sviluppo e aumentarne il peso: animali che soffrono per tutto il corso della loro vita (breve per fortuna) e troppo spesso vengono portati a morte in modo crudele.
Noi ci cibiamo di questi cadaveri, di questa sofferenza, di tutta quell’adrenalina che hanno prodotto e di cui sono impregnate le loro carni.
E basta anche categoricamente con merendine, bevande gassate, focacce unte che fanno risparmiare tempo alle mamme pigre. Le cattive abitudini si acquistano da piccoli, meglio quindi non offrire dolciumi industriali come gratificazione, ma tornare alle buone cose semplici preparate in casa come un tempo; costano meno e non insidiano arterie e cervello. Il palato dei bambini si imposta dai primi mesi: se li alleviamo a frutta, verdura e cereali continueranno ad amare questi alimenti per tutta la vita.

Luigi Rosati Olio su tela



Perchè non provare a cambiare la mentalità che determina i nostri consumi, impegnandoci ognuno nel suo piccolo; solo in questo modo si può far cambiare il corso delle cose a livello globale.

Come dice la guru indiana dell' agricoltura, Vandana Shiva, i bambini occidentali obesi e quelli africani scheletrici sono il prodotto dello stesso sistema di sfruttamento alimentare.
Cominciamo ad opporci, selezionando per la nostra tavola la parca genuinità al posto dell’oscena abbondanza che ci fa ammalare arricchendo le avide tasche delle multinazionali, della grande distribuzione e infine delle case farmaceutiche.
La dittatura del capitale è dominante ed impone le mode attraverso lo strapotere mediatico della pubblicità, facendo sembrare necessario, se non obbligatorio, orientarsi verso quei consumi e stili di vita non perchè siano giusti, ma perchè ce li vogliono vendere!

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