Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

7.9.10

sakineh

Doveroso innalzare voci e bandiere per ottenere l'abolizione di pene abominevoli quali la pubblica fustigazione e la morte per lapidazione: altro non sono che la spia dell' umana barbarie.
Questo genere di condanne, seppure inflitte a punizione di reati ritenuti gravi nei contesti in cui vengono applicate  - adulterio e concorso in omicidio  (da noi considerate quisquiglie per cui  non si fa più un plissè) - suscita giusto orrore nella scrupolosa coscienza degli occidentali.
Si muovono capi di stato, giornalisti, premières dames, il supremo capo della cristianità, fino all'ultimo uomo della strada; tutti manifestano pubblica ribellione verso pratiche così primitive e sanguinarie, retaggio comunque di religioni improntate su un dio violento e vendicativo. Ma è una partecipazione farisiaca, che manda un odore nauseante, molto più dell'indifferenza stessa.  
E' l'effetto provocato dalla risonanza mediatica che, come nient'altro al mondo, riesce ad impattare le coscienze dei mediocri, focalizzando  l'attenzione di tutti su di un soggetto a turno e passando sotto silenzio il destino di altri milioni di esseri umani che, senza aver fatto mai nulla di male, vengono quotidianamente torturati e uccisi da fame e sete, malattie, ingiustizie sociali, calamità e guerre,  una realtà a cui ci siamo assuefatti e davanti a cui abbiamo assunto un atteggiamento rassegnato e impassibile.
E' però indicativo dell' ipocrisia dominante il fatto che tutti si sentano oggi  in dovere di rivolgere appelli e paternali all'Iran e nessuno muova mai un dito per tutte le migliaia di pene di morte che vengono ancora largamente applicate nei paesi con cui intratteniamo rapporti di convenienza economica e che ci fa comodo chiamare "amici".   
                                                                                                              mca


Shirin Neshat

***
Sguardo

,
..
Sul vetro incrinato,
aveva il ragno tessuto una tela.
Sul vetro,
il diamante dei tuoi occhi
tracciò una riga.
.
In frantumi, il vetro
ruppe il silenzio degli alberi.

Restarono solo i tuoi occhi
e la luna:
nel mio sguardo cucirono,
insieme,
il loro sguardo.
..
testo poetico di
 
Nadèr Naderpùr

 libera traduzione di Gina Labriola


.

1 commento:

  1. Hai assolutamente ragione. E 70000 carcerati dove ce ne possono stare appena 45000? E' qualcosa di molto vicino alla tortura. Fabricio

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