Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

6.3.11

Le case degli Hohenstaufen

Armoiries Famille Hohenstaufen.svg
 Blasone dei Duchi di Svevia Hohenstaufen


La vicenda politica del casato Hohenstaufen inizia nel 1105
con il conferimento a Federico il Vecchio del titolo di duca di Svevia.
Nel 1138 il figlio Corrado è eletto imperatore del Sacro Romano Impero dalla dieta di Coblenza.
Il casato manterrà il titolo imperiale con Corrado III (1138-1152),
si aprono le vicende riguardanti anche il territorio italiano con
Federico I Barbarossa (1155-1190) nonno di Federico II
Enrico VI (1191-1197) padre di Federico II 
e Corrado IV (1250-1254) figlio di Federico II
Questi ultimi tre furono anche re di Sicilia.
La casa degli Hohenstaufen si estinse
con Manfredi, figlio naturale di Federico II
e Corradino di Svevia, nipote di Federico II 
autori di due tentativi falliti di riconquistare il trono imperiale nel 1266 e 1268.
       

Rocca di Lagopesole (PZ) - Castello medievale del XI secolo

La rocca di Lagopesole fa parte dei castelli federiciani e si erge imponente e squadrata sulla cima di un colle nella valle di Vitalba, spartiacque fra il fiume Ofanto e Bradano, in alta Basilicata.
Sicuramente di origine normanna, venne in seguito ampliata alle attuali dimensioni da Federico II, tra il 1242 e il 1250, che la adibì a residenza di caccia; fu dimora ideale di Manfredi il suo figlio naturale ed erede, che la preferì  alla capitale del regno, Palermo.

In seguito gli Angioini, subentrati agli Svevi, ne completarono la costruzione.
Questo castello resta famoso per aver tenuto reclusa Elena Ducas,  ivi imprigionata da Carlo d'Angiò, in seguito alla morte del marito Manfredi di Svevia durante la battaglia di Benevento.
Elena ebbe vita breve, morì infatti prima di aver compiuto30 anni.
Lontana dai suoi figli Federico Enrico e Azzolino (o Ezio come riportato in alcuni documenti), tenuti prigionieri a Castel del Monte in Puglia, sopraffatta dalla tristezza e dal dolore, ella si lasciò morire d'inedia.


Cortile minore della Rocca

Il castello, a pianta rettangolare, presenta due cortili: il minore, di epoca altonormanna, conserva al centro un mastio (donjon) quadrato che curiosamente è fuori asse rispetto al resto della struttura; ciò indica che molto probabilmente è anteriore alla costruzione del castello antistante. La torre  è caratterizzata da una muratura bugnata, fatto tipico per l'architettura sveva.
In questo caso l'edificio è molto probabilmente risalente all'epoca di Enrico VI di Svevia. Anche le due teste  scolpite (un uomo e una donna) che ornano una facciata, fanno pensare ai castelli dei Svevi nell'Alsazia, costruiti nella fine del XII secolo.
È da notare la compattezza tipica di queste strutture: solo tre feritoie, infatti, si aprono sulle pareti sud, est ed ovest, mentre su quella nord c'è l'unico possibile accesso, a circa quattro metri dalla quota di calpestio, cui corrispondono due grandi mensole in pietra (probabili basi d'appoggio per un passaggio mobile) ed altre due mensole figurate nella parte superiore.




Il cortile maggiore, risalente all'ampliamento iniziato da Federico II di Svevia nel 1242 sui resti di precedenti costruzioni normanno-sveve,  include una vasta cisterna ed una grande cappella.
Proprio quest'ultima è una peculiarità che contraddistingue questo castello da tutti gli altri attribuiti a Federico II di Svevia; infatti la presenza, al suo interno, di una chiesa vera e propria e non di una semplice cappellina è l'unico esempio tra tutti quelli risalenti a quell'epoca imperiale. La chiesa, in un austero stile romanico, che i restauri effettuati negli ultimi anni del XX secolo hanno portato alla luce e consegnato ai posteri nel suo originario splendore, ha un'abside semi circolare e l'entrata decorata con il motivo a denti di sega, tipico dell'età angioina.


Beatrice

Sul torrione vi è un ingresso posto a 4 metri di altezza che sembra una gigantesca finestra. Vi sono ai lati due mensole con teste umane, a destra vi è il volto di Beatrice, la seconda moglie di Federico Barbarossa, mentre a sinistra viene rappresentato lo stesso Imperatore, provvisto di corona, lunghi capelli e "orecchie d'asino"!

Barbarossa


Simbolicamente queste orecchie esagerate rappresentano il potere del Sovrano di ascoltare tutto e tutti, ma vi è immancabilmente nata una leggenda simile a quella di Re Mida.
La leggenda narra che Federico I Barbarossa venne colpito in età matura da una malattia congenita che gli deformò le orecchie. Per questo motivo era solito portare sempre capelli lunghi che gli nascondessero questo particolare.
L'ossessione dell'Imperatore che questo fatto venisse raccontato era forte a tal punto da aver escogitato una trappola nella quale faceva incappare tutti i barbieri che, dopo la loro opera, venivano indirizzati  lungo un camminamento al termine del quale precipitavano dentro una botola che avrebbe custodito per sempre il terribile segreto.

***



G.B.Tiepolo 1751- Nozze del Barbarossa

Il giorno di Pentecoste, il 17 giugno 1156, Federico I detto poi il Barbarossa,
 sposò a Würzburg Beatrice di Borgogna (1145 – Besançon, 15 novembre 1184),
figlia unica del conte di Borgogna Rinaldo III e di Beatrice di Lorena.

Federico governò in prima persona la contea e, nel 1177, si fece incoronare re di Arles.












Arles - Paesaggi di Vincent Van Gogh
***

Federico da Beatrice ebbe 11 figli:

Beatrice di Hohenstaufen (nata tra il 1160 ed il 1162).

Federico V di Hohenstaufen (16 luglio 1164)  Duca di Svevia dal 1167 morto bambino.

Enrico VI Imperatore del Sacro Romano Impero, re di Germania e anche re di Sicilia
 dopo il matrimonio con Costanza d'Altavilla figlia di Ruggero II, re di Sicilia.

Federico VI di Hohenstaufen, Duca di Svevia.

Sofia di Hohenstaufen (ottobre 1168 - 1187).

Ottone II di Hohenstaufen, Conte di Borgogna.

Corrado II di Hohenstaufen, Duca di Rothenburg e poi Duca di Svevia

Rinaldo morto bambino

Guglielmo morto bambino

Filippo Duca di Svevia e d'Alsazia e re di Germania e d'Italia

Agnese di Hohenstaufen morta bambina
***


Federico I era un uomo alto e vigoroso di aspetto massiccio, chiamato Barbarossa per la lunga barba rossa. Giunse al trono nel 1152, al tempo in cui la Lombardia faceva parte dell'impero tedesco.

Piccola storia locale:

Nel 1158 Milano, la città principale della Lombardia, si ribellò. Attraverso le Alpi un esercito di centomila soldati tedeschi calò allora dalla Germania attraverso le Alpi con Federico Barbarossa alla testa. Dopo un lungo assedio la città si arrese. Ma ben presto si rivoltò di nuovo. L'imperatore tornò ad assediarla ancora una volta e ancora una volta la città si sottomise. Le sue fortificazioni erano state tutte distrutte e molti dei suoi edifici erano in rovina. Ma anche allora lo spirito dei Lombardi era duro a morire.

Enrico il Leone si sottomette al Barbarossa

Milano e le altre città della Lombardia, unite in una lega, sfidarono di nuovo l'imperatore. Egli chiamò allora a raccolta tutti i duchi tedeschi affinchè portassero i loro uomini in suo aiuto. Tutti risposero alla chiamata tranne Enrico il Leone, duca di Sassonia, cugino di Federico, da cui era stato nominato duca di Baviera. Si dice che la delegazione arrivò ad inginocchiarsi davanti a lui implorandolo di fare il suo dovere, ma invano.
Questa volta Federico fallì la sua riconquista, rimanendo sconfitto e costretto a concedere la libertà alle città lombarde. Enrico il Leone fu così accusato di tradimento dai nobili e tutti i suoi beni gli furono sequestrati.



Federico Barbarossa era sostanzialmente di carattere pacifico e si prodigò costantemente per mantenere le province della Germania in pace fra loro, persuadendole a collaborare per tenere unito l'impero. Per molti anni il suo regno fu pacifico e prospero.
Intanto Gerusalemme,  in mano ai Cristiani da 88 anni, era stata riconquistata dal Saladino nel 1187. Il papa proclamò quindi una nuova crociata. Barbarossa armò subito un esercito di 150.000 crociati tedeschi e parì per l'Asia Minore, sconfiggendo le forze musulmane in due epiche battaglie. Ma prima che il vecchio, coraggioso guerriero potesse raggiungere la Terra Santa, morì affogato in un fiume della Turchia che stava tentando di attraversare a guado, trascinato via dalla forza della corrrente insieme al suo cavallo. Era il 10 giugno dell'anno 1190.
Questa morte inaspettata abattè il morale dei crociati tedeschi che in molti decisero di abbandonare la missione e fare ritorno in Germania. Il figlio di Barbarossa Enrico VI proseguì con i soldati rimasti nell'obiettivo di dar sepoltura al padre nella stessa Gerusalemme, ma gli sforzi per conservarne le spoglie nell'aceto fallirono e così  venne loro data sepoltura ad Antiochia, in Siria, nella chiesa di San Pietro.
Enrico VI morì anch'egli l'anno successivo.
Federico Barbarossa fu considerato sempre dai Tedeschi come uno dei grandi eroi della loro stirpe. La sua improvvisa scomparsa tra i flutti di un fiume ingrossato dalle piogge ha dato grande incentivo alla formazione della leggenda che in Germania si volse intorno alla sua figura, trasformandolo in un eroe tutelare della patria.
Gli Italiani hanno conservato di lui ben diversa memoria, ricordando la sua crudeltà da barbaro all'assedio di Crema, il suo odio implacabile verso i vinti, la sua rappresaglia sugli ostaggi tutte le volte che subì un rovescio. In Italia fu considerato un despota nemico della libertà e della civiltà, e quindi gli fu negato il titolo di "grande".
Per la Germania fu un sovrano notevole, perché pacificò il Paese, ne riordinò le leggi, protesse la cultura. Ma con le sue onerose imprese ne esaurì le energie e ne compromise la supremazia.
A parte l'esagerazione dei due giudizi, non mancò di buone qualità, fu certo uomo di notevole valore intellettuale, abile ed eroico guerriero: ebbe un altissimo concetto dell'autorità imperiale, e volle tradurlo in pratica di governo, anelando alla formazione di un Impero sul modello di quello romano.

 Le vicende degli Svevi riprenderanno con la visita al Castello federiciano di Melfi  
(chi mi ama, mi segua).  


*




Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi