Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

1.12.10

BE SAFE

NON GIOCARE E BASTA:  USA LA TESTA
Keith Haring  (elab. mca)

Keith Haring (Reading, 4 maggio 1958 – New York, 16 febbraio 1990) è stato un pittore e writer statunitense.



I lavori di Keith Haring rappresentano la cultura di strada della New York degli anni ottanta. Haring non ha mai smesso di credere che l'arte fosse capace di trasformare il mondo, poiché le attribuiva un'influenza positiva sugli uomini.
Mostra una precoce predilezione per il disegno incoraggiata dal padre, disegnatore di fumetti e cartoni animati. Furono proprio i personaggi dei fumetti e eroi delle animazioni televisive a esercitare su di lui un'influenza duratura. È proprio in questo periodo, infatti, che Haring decide di fare dell'arte stilizzata la sua ragione di vita. 
 Nel '76 Keith inizia a viaggiare per tutti gli Stati Uniti  in autostop, conoscendo molti artisti.
Si reca a San Francisco, dove con la frequentazione della Castro Street, inizia a manifestare il proprio orientamento omosessuale.


A New York frequenta la School of Visual Art.
È questo il periodo in cui esplode la popolarità di Haring: inizia a realizzare graffiti soprattutto nelle stazioni della metropolitana e la sua pop-art viene grandemente apprezzata dai giovani, tanto che i suoi lavori verranno spesso rubati dalla loro collocazione originaria e venduti a musei. Per la sua attività -illegale- di graffitaro viene più volte arrestato. 
Nel 1988 apre un Pop Shop a Tokyo. In quell'occasione l'artista afferma: Nella mia vita ho fatto un sacco di cose, ho guadagnato un sacco di soldi e mi sono divertito molto. Ma ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della promiscuità sessuale. Se non prenderò l'Aids io, non lo prenderà nessuno. Nei mesi successivi dichiara, in un'intervista a Rolling Stone di essere affetto dal virus dell'HIV. Di lì a poco fonda la Keith Haring Foundation a favore dei bambini malati di AIDS.

Street Art a Pisa 1989

Nel 1989, vicino alla chiesa di Sant'Antonio abate di Pisa, esegue la sua ultima opera pubblica, un grande murales intitolato Tuttomondo e dedicato alla pace universale.



Il 16 febbraio 1990, Haring muore a 31 anni di Aids. Nonostante la sua morte prematura, l'immaginario di Haring è diventato un linguaggio visuale universalmente riconosciuto del XX secolo, meritando, tra le altre innumerevoli esposizioni, una mostra alla triennale di Milano conclusasi nel gennaio del 2006.


Nel 1985, a Milano, aveva dipinto una murata nel negozio di Elio  Fiorucci. 
In un'intervista egli racconta così quella esperienza: Invitai Haring a Milano, stregato dalla sua capacità di elevare l'estemporaneità ai gradini più alti dell'arte. Egli diede corpo ad un happening no stop, lavorando per un giorno e una notte. I suoi segni "invasero" ogni cosa, le pareti ma anche i mobili del negozio, che avevamo svuotato quasi completamente. Fu un evento indimenticabile. Io feci portare un tavolone, fiaschi di vino, bicchieri. La gente entrava a vedere Keith dipingere, si fermava a bere e a chiacchierare. Ventiquattr'ore di flusso continuo; e poi i giornali, le televisioni... In seguito, i murales sono stati strappati e venduti all'asta dalla galleria parigina Binoche.

fonte:Wikipedia
mca ringrazia

4 commenti:

  1. Purtroppo va aggiunto anche:
    Graffiti sullo zoccolo del Palazzo delle Esposizioni a Roma (1982) - cancellato nel 1992 per "ripulire" il palazzo in occasione della visita di Michail Gorbačëv.
    Graffito di 6 x 2 metri realizzato nella metropolitana di Roma, linea A, tratto Flaminio-Lepanto, sulle pareti trasparenti del ponte sul Tevere - cancellato nel 2001
    (sempre wikipedia)
    Decisamente non ce lo meritiamo

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  2. siamo dei grandi...per contro abbiamo un sacco di cose che invece ci meritiamo!

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  3. ci meritiamo tutta l'indifferenza
    ci meritiamo la rabbia e l'ingiustizia
    ci meritiamo l'odio e il rancore
    l'ignoranza e l'angoscia
    il vuoto e la paura
    ci meritiamo la solitudine
    di non essere quello che siamo

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  4. sì, ma niente deve farci perdere la nostra energia morale.
    e seppure ciò non potrà cambiare le cose, servirà almeno a noi stessi.

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