Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

15.2.09

MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO


AUTORE Foer Jonathan Safran
EDITORE Guanda
ANNO PUBBLICAZIONE 2005

Nulla di ciò che si legge in queste pagine è scontato; Foer è il geniale inventore di situazioni e personaggi finora inediti dimostrandosi un autore veramente innovativo.

E’ la storia piuttosto fantastica di un bambino newyorchese di nove anni, Oskar, che si trova a fare i conti con l’inaspettata tragedia del padre perito nel disastro che ha raso al suolo le Twin Towers quel triste mattino del settembre 2001. Rispedito a casa da scuola senza ancora sapere cosa sia realmente successo, ascolta dalla segreteria telefonica gli inquietanti messaggi lasciati del papà alla famiglia nei minuti che precedono la tragedia e che aprono per lui l’inquietante interrogativo su come siano stati gli ultimi momenti vissuti dal padre.
Oskar è un ragazzino sveglio, geniale e spiritoso, ma allo stesso tempo candido, tenero, bisognoso di attenzioni, e se dapprima spera che il padre possa anche essersi salvato, visto che al funerale viene interrata una bara vuota, col tempo perde speranza e finisce per cadere in uno stato depressivo.
Non riesce a rassegnarsi ad una realtà in cui l’assenza del padre diventa presenza, una tortura che non gli consente di riprendere la sua vita regolare.
Esce da casa a qualsiasi ora, trascura la scuola sfuggendo abilmente alle domande di una mamma distratta dal dolore, vigilato unicamente dall’affetto costante della nonna sul cui personaggio s’impernia un racconto collaterale, altrettanto avvincente del primo, che si sviluppa attraverso continui flash-back e che, prendendo inizio dalla seconda guerra mondiale in Europa, arriva a confluire nella storia attuale, per concluderla positivamente.
Oskar, aiutato da un buon senso e da un’intraprendenza incredibili per la sua età, inizia un pellegrinaggio fra tutti gli abitanti di New York il cui cognome è Black, impegnandosi nella ricerca dell’ipotetico proprietario di una misteriosa chiave rinvenuta per caso fra le cose del padre. E’ convinto che si tratti della chiave che aprirà la porta della rivelazione facendo luce sull’enigma che la fine del padre ha aperto e fornirà le risposte alle domande che gli premono dentro e che per la sua giovane età non sa nemmeno come formulare in concreto.
Il percorso intrapreso da questo ragazzino, candido e sensibilissimo, non privo di furbizia e animato da spiritosa intraprendenza, nient’altro è se non l’inconscia ricerca di guarigione che, infatti, avverrà gradualmente, guidandolo attraverso un’inconsapevole elaborazione del lutto cui lo porteranno i singolari personaggi che incontrerà per la città di New York, tutti eccentrici e generosi, descritti con fertile fantasia dall’autore, ognuno con la propria storia dolorosa di perdita o di lutto con cui Oskar si confronterà, imparando come ognuno cerca di lenire le ferite con strategia personale, inventandosi un sistema proprio di adattamento e consolazione.
Una galleria di personaggi, quella che Oskar conosce, tutti a loro modo positivi, anche se in certi casi un po’ estremizzati.
L’abbiamo detto da subito: è una storia fantastica, delicata, una medicina onirica per chiunque desideri un po’ di sollievo dalle tragedie insopportabili, innominabili e inspiegabili che tutti i giorni colpiscono l’umanità a tradimento.
Perché leggerlo: il libro è ben scritto, originale e ben strutturato con numerosi passaggi temporali fra il presente e il passato dei nonni di Oskar che sono la struttura portante dell’intero racconto e tengono alta l’attenzione del lettore. Contiene molte idee inedite e piacerà soprattutto a coloro che ancora non hanno dimenticato completamente il bambino che un tempo sono stati.
Non piacerà a coloro che vogliono una storia a tutti i costi credibile, che si sviluppi con logica e linearità e che dalla lettura esigono quella verosimiglianza e concretezza che non li faccia troppo scartare dal loro bisogno di contare sempre su punti fermi.

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