Qui non mi trovate,
io qui non ci sono.
Sto nella stanza accanto
dove non c'è nessuno.

22.2.11

Vivere non è necessario; quel che è necessario è creare

Quelquer caminho leva a toda a parte,
quelquer caminho
em quelquer ponto seu em dois se parte
e um leva a onde indica a'strada
outro é sòzinho.
                                                                           Ah! Os caminhos 'stao todos em mim.
                                                            Quelquer distancia ou direcçao, ou fim
                                                            pertence-me, sou eu. O resto é a parte
                                                            de mim que chamo o mundo exterior.
                                                            Mas o caminho Deus eis se biparte
                                                            em o que eu sou e o alheio a mim.
                                                            Nao vejo mais esse a quem quis.


                                                                           Fernando Pessoa
                                                                           (Abdicaçao)
                



                                                               Ogni sentiero porta da qualche parte,
                                                               tutti i sentieri a un certo punto
                                                               in due si dividono
                                                               e uno conduce dove guida la strada,
                                                               l'altro è solo.                                                
Ah... tutti  i sentieri son dentro me.
Qualsiasi direzione, distanza o limite
m' appartiene, son io. Il resto è di me la parte
che definisco mondo esterno. 
Ma il sentiero  Cielo  si sdoppia
in quel ch'io sono e nell' altro da me.
Più non scorgo chi amai.
                                                  (traduzione di mca)









Lagoa Henriques
Statua di Fernando Pessoa








    Fernando Pessoa dorme nel Pantheon di Lisbona presso il Monastero dei Jeronimos, a poca distanza dai sarcofagi di Camoes e Vasco de Gama. Ma accanto a lui ci sono altri tre: Alberto Caeiro, Ricardo Reis e Alvaro de Campos. Nomi incisi sulle diverse facce del tetragono assieme al suo nome, perché sono sue creature.
Come un medium le ha convocate da un altrove che era dentro di lui, ha vissuto e dialogato con loro, associandole ad una folla di altri personaggi e attivando un’esperienza poetica destinata a segnare il Novecento.
Un progetto ispirato da un’ambizione vertiginosa che è poi la formula della sua opera, plurale e unitaria nello stesso tempo, quella di essere non tanto uno scrittore, quanto un’intera letteratura.

Caeiro, Reis e de Campos sono gli alter ego più importanti e consacrati di Pessoa. Sono gli eteronomi. Cioè gli altri nomi, di individui diversi, scaturiti dalla sua mente. Un fenomeno ben più complesso rispetto agli espedienti di comodo rappresentati dagli pseudonimi, apocrifi e altri travestimenti di firma utilizzati da artisti e uomini di pensiero per mimetizzarsi..

Gli eteronimi sono proiezioni dell’autore. 
Così scrive egli stesso: "Ricordo quello che mi sembra sia stato il mio primo eteronimo o, meglio, il mio primo conoscente inesistente: un certo Chevalier de Pas di quando avevo sei anni, attraverso il quale scrivevo lettere a me stesso, e la cui figura, non del tutto vaga, ancora colpisce quella parte del mio affetto che confina con la nostalgia."
Figli-fratelli generati dal Pessoa ortonimo che nascono da viaggi di trasferimento nel pensiero e nelle forme degli altri se stesso, registrandone l’esistenza a fianco della propria. Figure che il poeta portoghese ha moltiplicato in un’autofecondazione permanente, dando ad ognuno corpo e anima, sbozzandone il ritratto fisico, e per parecchie delle quali ha inventato le biografie e persino gli oroscopi. E che in qualche caso ha messo in relazione uno con l’altro, a volte fino a farli litigare o addirittura fino ad aizzarli contro di sé. Sub-persone cui ha prestato i suoi sentimenti, scrivendo per loro conto, con stili differenti, e adottando per ciascuno complesse linee evolutive, fedeli ai manifesti di avanguardie da loro lanciate.

Il suo destino era già presente nel nome: Pessoa in portoghese significa persona e persona in latino indica la maschera dell’attore, mentre la stessa parola in francese suona come nessuno. Un gorgo profondo di significati e si sa- ce lo ha detto Nietzsche – tutto ciò che è profondo ama la maschera...

Ci sono tante vite a fertilizzare il drama em gente dello scrittore lusitano. Un moderno *Proteus sempre in bilico fra verità e finzione. Perché scrivere è esattamente questo per lui: creare creature creanti, creature di finzione che producono a loro volta finzione letteraria.
*da Proteus proviene l' aggettivo proteiforme, con il significato generale di "versatile", "mutabile", "in grado di assumere molte forme";  ha una connotazione positiva di flessibilità, versatilità e adattabilità.


Il primo studioso straniero di Fernando, il francese Pierre Hourcade, lo conobbe nel caffè Martinho da Arcada nel 1930 e grazie a questo primo e agli altri incontri  che seguirono, ci ha lasciato un ritratto fisico e morale del poeta, in cui emergono nitidamente i tratti più salienti delle sue sembianze e del suo carattere.  Scrisse Hourcade qualche anno dopo " Lo credevo piccolo, melancolico e scuro, soggetto al funesto fascino della saudade con cui si intossica tutta la sua razza, e d'improvviso m'imbatto nel più vivo degli sguardi, in un sorriso sicuro e malizioso, un volto che trabocca di  vita segreta."
E, in un'altra occasione, racconta come si sentiva affascinato dinanzi a lui. " Da quell'uomo malaticcio, i cui occhi erano protetti da spesse lenti, irradiava un incanto indefinibile, fatto di estrema cortesia, di perfetta semplicità, di buonumore e anche di umorismo, in quell'uomo disperato e torturato come nessun altro,  e di una sorta di intensità febbrile che ardeva sotto la facciata apparente delle buone maniere. Il mio cuore batteva più in fretta, la mia attenzione eccessivamente concentrata si confondeva, come se l'atmosfera attorno a Fernando Pessoa fosse più ricca di ossigeno."

 
 
 
« O poeta é um fingidor.
Finge tão completamente
Que chega a fingir que é dor
A dor que deveras sente. »
                                                                          


                                                                                            « Il poeta è un fingitore.
                                                                             Finge così completamente
                                                                             Che arriva a fingere che sia dolore
                                                                             Il dolore che davvero sente. »

*
Fonti:
Marzio Breda
dalla prefazione Poesie Scelte - Passigli
Wikipedia
(mca ringrazia)




Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi